Il consiglio comunale di Nicosia si è riunito il 10 febbraio per discutere della sicurezza nel territorio urbano ed extraurbano. Durante la seduta, presieduta dal dott. Sigismundo Li Volsi, sono emerse diverse proposte e considerazioni sulla situazione attuale della città.
Il dibattito si è concentrato principalmente sulla questione della videosorveglianza. Il consigliere La Giglia ha espresso forte preoccupazione per una situazione che definisce “senza precedenti”, ricordando l’iter incompiuto della videosorveglianza cittadina: dalla mozione approvata nel 2016 per l’installazione delle telecamere, al regolamento adottato nel 2018, fino al recente finanziamento per l’efficientamento della pubblica illuminazione che prevedeva anche l’installazione di sistemi di videosorveglianza, rimasti però sulla carta. “Si tratta di fenomeni mai accaduti prima”, ha sottolineato il consigliere, evidenziando come le misure previste non siano state ancora attuate nonostante gli strumenti normativi e le risorse disponibili.
La consigliera Messina ha sottolineato la necessità di andare oltre il semplice controllo sociale, ritenuto ormai insufficiente per garantire la sicurezza della comunità, suggerendo di valutare l’efficacia della videosorveglianza come strumento di prevenzione.
Il sindaco Bonelli ha rassicurato il consiglio affermando che “Nicosia è sicura” e che le forze dell’ordine stanno già operando sul territorio. Ha inoltre spiegato che le telecamere esistenti sono state collocate sui varchi di accesso alla città, come concordato con le forze di polizia. Tuttavia, ha evidenziato che il Comune, nonostante la partecipazione a numerosi bandi, non è riuscito ad ottenere finanziamenti aggiuntivi proprio perché Nicosia è considerata una città con un basso indice di criminalità.
La consigliera Catalano, che ha precisato di aver firmato la richiesta come singolo consigliere, pur condividendo le preoccupazioni espresse dalla collega Messina, ha preso le distanze da quello che ha definito un tentativo di strumentalizzazione e di attacco all’amministrazione comunale. Ha invece invitato a un approccio costruttivo per trovare soluzioni concrete in modo concertato.
L’assessore Zappia ha fornito dettagli tecnici sulla questione, specificando che l’installazione di ogni punto di videosorveglianza ha un costo di circa 10.000 euro. Ha anche sottolineato che la tecnologia delle telecamere esistenti è ormai datata e che il vero costo dell’operazione risiede nell’infrastruttura di trasmissione dati.
La vicesindaco Gemmellaro è intervenuta sulla questione dell’illuminazione pubblica, chiarendo che il finanziamento ottenuto, essendo destinato all’efficientamento energetico, non prevedeva né l’ampliamento né la sostituzione dei pali esistenti. Ha spiegato che la percezione di una minore illuminazione è dovuta alla nuova tecnologia utilizzata, che dirige la luce verso il basso. Riguardo alle telecamere, ha confermato che sono state già acquistate ma la loro installazione richiede un’anticipazione di cassa in attesa del finanziamento.
Tra le proposte concrete emerse durante la seduta, il consigliere Pagliazzo ha suggerito di convocare una riunione con il prefetto di Enna, per assumere un dirigente della polizia municipale e aumentarne l’organico. Ha inoltre proposto di rivedere il posizionamento dei mezzi delle forze dell’ordine per renderli meno visibili.
La discussione si è conclusa con l’intervento del presidente Li Volsi che, pur esprimendo preoccupazione per i recenti fatti, ha confermato la sua fiducia nei presidi di sicurezza esistenti, sottolineando come il Comune possa contribuire ulteriormente attraverso il potenziamento della videosorveglianza.
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