Omicidio a Capizzi: parlano gli indagati

Giuseppe Di Dio 1
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Giacomo Frasconà Filaro si è assunto la piena responsabilità dell’omicidio di Giuseppe Di Dio, avvenuto la sera del primo novembre in un bar di Capizzi. Lo rende noto il suo difensore l’avv. Felice Lo Furno, il quale rappresenta anche gli altri familiari coinvolti nella vicenda.

Secondo la ricostruzione fornita dal legale della famiglia, il giovane ha dichiarato di essersi incontrato con una persona identificata come Novembre poche ore prima dei fatti. Dall’incontro sarebbe scaturito un violento litigio, terminato con il peggio per Frasconà Filaro. Desideroso di vendetta, il giovane avrebbe preso possesso di una pistola che custodiva in una casa disabitata. Il padre Antonio e il fratello Mario, avvertiti telefonicamente delle intenzioni del ragazzo, si sarebbero messi alla sua ricerca per fermarlo.

I tre si trovavano insieme in auto quando sono passati davanti al bar. Qui Giacomo avrebbe notato l’auto di Novembre parcheggiata nelle vicinanze e avrebbe chiesto al padre di scendere, affermando di essersi calmato e voler consumare solo una birra. Antonio lo avrebbe lasciato scendere, mentre lui e Mario rientravano a casa.

Una volta all’interno del locale, Giacomo Frasconà Filaro avrebbe gridato la cosiddetta “ngiuria” dialettale per richiamare Novembre, non presente all’interno del locale. In quel momento è iniziata la tragedia che ha causato la morte di Giuseppe Di Dio, presumibilmente colpito da un proiettile di rimbalzo in un punto vitale. Le cause precise della morte saranno chiarite dall’autopsia, prevista a Catania.

Secondo le sue dichiarazioni, Giacomo Frasconà Filaro avrebbe raggiunto autonomamente l’abitazione di famiglia e avrebbe comunicato ai genitori di aspettarsi l’arresto imminente da parte dei carabinieri, senza fornire spiegazioni. I militari, giunti sul luogo, hanno arrestato non solo Giacomo ma anche il fratello Mario e il padre Antonio.

L’udienza di convalida dell’arresto si terrà mercoledì 5 novembre presso il Tribunale di Enna, alla presenza del difensore, l’avv. Felice Lo Furno, del pubblico ministero, il sostituto procuratore Salvatore Interlandi e del giudice per le indagini preliminari Ornella Zelia Futura Maimone. Nel corso della seduta, i tre indagati risponderanno alle domande dei magistrati, i quali determineranno l’applicazione di eventuali misure cautelari sulla base degli elementi probatori raccolti.

 


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