Pasqua 2023: gli auguri del vescovo Giuseppe Schillaci ai fedeli della Diocesi di Nicosia – VIDEO

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Dopo aver vissuto la sera prima il venerdì santo,  per la prima volta da quando è divenuto vescovo della Diocesi di Nicosia, nella mattinata dell’8 aprile, il vescovo mons. Giuseppe Schillaci ha accolto, presso il palazzo vescovile, dove risiede,  fedeli, rappresentanti di categoria e associazioni, autorità civili e militari,  per rivolgere l’atteso messaggio di auguri pasquali a tutti i fedeli.

 

Il Cristo risorto alimenti e accresca in ognuno di noi ed in tutti la fede, la speranza e la carità” – si legge nel biglietto consegnato a tutti i presenti – “Ci renda nel nostro tempo, nelle nostre città, nelle nostre comunità, nelle nostre famiglie, in ogni situazione della vita, testimoni veri del Vangelo, artigiani infaticabili di fraternità, di giustizia, di amore, di riconciliazione, di pace“.

E ancora si legge: “Fratelli e sorelle, non perdiamoci mai d’animo! Con la forza dello Spirito del Risorto operiamo per diventare più umani, sempre più buoni, positivi, concreti, disponibili, accoglienti nei confronti di tutti, soprattutto degli ultimi, degli invisibili, dei più fragili, dei più piccoli, dei più poveri.

Mons. Schillaci, rivolgendosi ai presenti con tono colloquiale, come se stesse dialogando in famiglia,  ha ricordato la sua adolescenza, vissuta nella sua culla natale, Adrano. Ha parlato delle tradizioni pasquali adranesi, ma anche del clima familiare vissuto nella propria casa d’origine, con i suoi quattro fratelli e la madre,  che li accudiva e che in questo periodo preparava molte prelibatezze. Ma ha ricordato soprattutto il rispettoso,  per quanto operoso, silenzio, che caratterizzava la sua casa e Adrano tutta. “Non si accendeva neppure la radio in questi giorni” – ha detto – “in attesa della resurrezione del Cristo”.

Tante sono le celebrazioni caratteristiche del periodo pasquale. Iniziano con la domenica delle palme e continuano sino al venerdì santo. Ma prima di quella che Sant’Agostino definisce la “Veglia madre di tutte le veglie”, che avviene nella notte tra il sabato santo e la domenica di Pasqua,  durante la giornata del sabato non ci sono altri appuntamenti liturgici.

Il significato di questa pausa, che caratterizza il sabato santo, appunto,  è legato all’invito alla meditazione e al silenzio. In questo giorno, la comunità cristiana si ferma, per contemplare la passione,  la morte del Signore ed in particolare  la sua discesa agli inferi, nel regno dei morti.

Il vescovo ha citato, a tal proposito,  un’antica omelia dedicata al sabato santo, che racconta il silenzio e la solitudine di questa giornata: “La terra è rimasta sbigottita e tace, perchè il Dio fatto carne si è addormentato, è morto nella carne ed è sceso a scuotere il regno degli inferi”.

Normalmente è l’uomo che ricerca Dio, ponendosi domande sulla propria esistenza. Ma dalle Scritture appare un Dio che prende l’iniziativa e  lo cerca per primo. “Sin da quando Adamo si nascose,  vergognandosi per la propria disubbidienza, Dio lo cercò, chiamandolo. E vedendolo lo scosse invogliandolo a svegliarsi dal sonno del suo spirito, a risorgere dai morti, perchè Dio è nell’uomo, per  indivisa natura, e Dio è vita”.

Sull’esempio di papa Francesco, viene esteso a tutti dal vescovo Schillaci l’invito e programma cristiano “a svegliarsi e ad uscire”, a non rimanere chiusi in sé stessi e nelle proprie preoccupazioni, imprigionati in una vita senza orizzonti e che significa la morte, perchè il Vangelo ha incidenza sociale, traendone insegnamento, ciascuno, secondo la propria realtà e i propri compiti, può apportare un contributo alla propria comunità.

Maria Teresa La Via

 

 


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