Petralia Sottana, i solenni festeggiamenti per il patrono San Calogero – VIDEO

Condividi l'articolo su:

Si sono svolti a Petralia Sottana, Comune delle Madonie, i solenni festeggiamenti in onore del patrono San Calogero.

L’eremita Calogero nacque intorno al 466 nell’antica regione della Calcedonia, anche se alcuni datano la sua nascita nel primo secolo dopo la nascita di Cristo. Secondo alcune ricostruzioni storiche San Calogero, all’età di vent’anni fu costretto ad abbandonare la propria terra a causa delle violente persecuzioni che si erano scatenate nei confronti dei cristiani. Per questo motivo giunse in Sicilia dove inizialmente si prese cura degli ammalati e soprattutto cercò di diffondere il messaggio evangelico. La sua opera fu molto apprezzata e nel corso della sua esistenza riuscì a convertire moltissimi abitanti dell’isola conducendo una vita da monaco eremita. Morì a Sciacca il 18 giugno del 561, data che è diventata la sua festa liturgica. Uno dei fatti più importanti della vita di San Calogero e quello secondo il quale il santo si cibasse del latte di una cerva che secondo la tradizione sarebbe stata inviata sulla terra da Dio. Un giorno un cacciatore chiamato Arcario per sbaglio la uccise. Egli si pentì e a distanza di alcuni anni divenne uno dei discepoli più fedeli e devoti a San Calogero e fu proprio Arcario a provvedere alla sepoltura del santo nei pressi di una grotta dove fece costruire una chiesa.

San Calogero divenne patrono di Petralia Sottana nel 1860, ma da tempo aveva una forte devozione da parte dei petralesi, tanto che dal 1642 veniva portato in processione pure nel giorno del Corpus Domini oltre che al 18 giugno (sua festa liturgica).

I festeggiamenti in suo onore sono iniziati sabato 15 giugno con la processione del santo dalla chiesa dei Santi Giovanni Battista e Calogero (restaurata l’anno scorso dopo 25 anni) alla chiesa Madre. Il 18 giugno, festa di San Calogero, prima della processione il santo viene sistemato sulla Vara. San Calogero, secondo un’antica consuetudine, esce dalla chiesa Madre all’indietro per non voltare le spalle al Santissimo Sacramento. L’inizio della processione è accolto dalla banda e dallo sparo di bombe. La processione si articola in 18 soste in memoria del giorno della morte del santo. La Vara, addobbata con ex voto, campanellini, rose, gigli, fave, rametti di alloro, amarene e spighe intrecciate, ossia le “scocche di furmientu”, viene portata a spalla al grido di “Lodamu e ringraziamu lu Santissimu Sacramientu Evviva San Calò”.

La statua di San Calogero è opera di Fra Umile da Petralia mentre la Vara, del peso di 18 quintali è opera di Giovan Pietro Ragona. La processione è preceduta dal rullo dei tamburi e dai giochi di destrezza col cosiddetto “”Stinnardu cu i cianciani” o “Palu di San Calò” e seguita dalla banda musicale.

La processione percorre tutte le strade del paese e spesso il percorso è faticoso poichè è fatto di salite e discese. In alcuni tratti del percorso i portatori formano “a catina” per agevolare la salita nelle ripide strade o per frenare nelle discese. In alcune fermate i portatori vengono rifocillati con biscotti e vino e vengono offerti a tutti pani votivi. Non mancano i momenti di preghiera curati dall’arciprete don Santo Scileppi.

Dinanzi la casa di riposo è stata impartita la benedizione con la reliquia del santo, contenuta in un prezioso reliquiario realizzato nel 1771 dall’argentiere palermitano Vincenzo Papadopoli. Tra le soste importante è quella di fronte al vecchio ospedale di Petralia Sottana. Sono molti i fedeli a piedi scalzi che seguono la processione.

Prima dell’arrivo nella chiesa di San Calogero viene sparata una forte moschetteria e bombe. Arrivati sul sagrato della chiesa, viene tolta dal fercolo la statua della Madonna Bambina per permettere l’entrata della Vara in chiesa. Entrati in chiesa la statua del Santo viene scesa dalla Vara e sistemata nel suo altare dove resterà tutto l’anno.

La benedizione finale con la reliquia e i fuochi pirotecnici di mezzanotte dopo lo spettacolo di intrattenimento musicale e cabaret con i “Falsi d’Autore”hanno chiuso le celebrazioni in onore di San Calogero.

 


Condividi l'articolo su: