Policlinico Diffuso e Facoltà di Medicina presso Università Kore di Enna. Le opinioni del presidente dell’Ordine dei Medici e di uno studente di medicina

Condividi l'articolo su:

La realizzazione di un Policlinico universitario legato alla Facoltà di Medicina presso l’Università Kore di Enna, ha aperto un dibattito politico con polemiche che hanno coinvolto le città di Enna, Caltanissetta ed Agrigento.

Sulla vicenda è intervenuto il dottor Renato Mancuo, presidente dell’Ordine dei medici della provincia di Enna, fortemente critico sull’ipotesi della nascita di un Policlinico diffuso, che secondo le intenzioni dovrebbe accontentare le esigenze delle tre città.

L’idea di realizzare un Policlinico diffuso tra le province di Enna, Caltanissetta  ed Agrigento,   non trova  riscontro in  alcuna realtà italiana, ove nella  sede della facoltà di medicina, insiste il percorso formativo clinico, attraverso il Policlinico, per l’appunto. Pensare di frammentare l’offerta formativa universitaria, assecondando questa bizzarra idea del policlinico diffuso, peraltro di difficile realizzazione e concezione anche giuridica, lederebbe  il fondamentale diritto allo studio dei giovani studenti universitari, che si vedrebbero costretti a peregrinare, per svolgere la formazione teorica e la pratica clinica. I giovani studenti di medicina rappresentano il futuro della nostra sanità, che deve essere potenziata  e valorizzata, come abbiamo imparato nella gestione della  recentissima pandemia, appena vissuta; in tale contesto la medicina ennese ha rappresentato un’eccellenza, come riconosciuto, anche in occasione del Convegno, dal titolo  “Post Covid: il paziente e la sintomatologia persistente” tenutosi ad Enna  il recente  5 marzo scorso, che ha  registrato  la presenza di illustri professionisti, tra cui il prof. Pregliasco. Sulla base di tali premesse, gli adulti, le Istituzioni, le Amministrazioni e   tutti gli attori a vario titolo interessati e responsabili delle scelte che avranno refluenze sulla vita universitaria di tali giovani, tutti gli attori  che, a vario titolo, concorrono alla formazione di tali giovani   hanno il dovere di adottare scelte opportune e ponderate, non dettate da  necessità elettorali, al fine di non svilire, in primo luogo il loro sacrosanto diritto allo studio; ma non solo: per non svilire la stessa Università,  che rappresenta un’ eccellenza   siciliana e che ,  per la sua collocazione, la sua struttura,   i servizi offerti, può aspirare a diventare un campus universitario. L’ipotesi, infine, di un Policlinico diffuso potrebbe avere, negativi effetti socio-economici, minando l’appetibilità ed il valore, di un’università che rappresenta  un vero  gioiello della Sicilia centrale ed un riferimento per studenti di tutta Italia. Auspico che nella gestione di tale vicenda prevalga il buon senso,  in una visione orientata al diritto allo studio degli studenti, primi attori di questa vicenda in cui, purtroppo stiamo discutendo dell’ovvietà:  la sede dell’Università deve essere la sede del Policlinico”.

Sulla vicenda è intervenuto anche Jacopo Matraxia, studente della Facoltà di Medicina alla Kore, anch’egli in disaccordo con l’ipotesi di nascita di un Policlinico diffuso in tre città.

Mi sono interrogato in questi giorni sul tema, al centro del dibattuto cittadino sul Policlinico Universitario della  Facoltà di Medicina della Kore; ho cercato di vedere la  questione  da vari punti di vista; ho cercato di immedesimarmi e di comprenderne  le ragioni. Mi sono posto tante domande; ho fatto varie ricerche, senza peraltro trovare un caso di Policlinico diffuso o teaching hospital in Italia.                                                

Tuttavia una cosa  su tutte mi ha colpito: non ho mai sentito parlare  di noi ragazzi, di cosa sarebbe meglio , dal punto di vista formativo didattico ed organizzativo, per noi studenti. Nella formulazione delle più variegate proposte, policlinico  diffuso, teaching hospital, fondazioni, non ho mai sentito parlare dell’organizzazione  e dell’impatto che avrebbe sulla vita universitaria di noi studenti,  su come si  svolgerebbe il tirocinio,  come sarebbe articolato, come si potrebbe conciliare la formazione teorica in una città ed il tirocinio diffuso in  ben tre aziende sanitarie diverse, in cui  svolgere attività clinica, fondamentale per la nostra crescita professionale.   Ed ho cercato di pormi nei panni dei tanti colleghi, che assistono attoniti  a tale dibattito, senza comprenderne a pieno le ragioni. E se un cittadino ennese o, comunque del territorio, può seguire e magari comprendere certe logiche, ciò è difficile, se non impossibile, per uno studente,  non ennese, che ha fatto un investimento sull’Università Kore, riconoscendone l’eccellenza, sia per l’offerta formativa, che strutturale e dei servizi.                                                         

Rivolgo un appello agli “ adulti” a coloro i quali  avranno  il diritto ed il dovere  di dire l’ultima parola sulla questione, decidendo sul nostro percorso universitario: quando metterete nero su bianco, quando deciderete come strutturare la nostra attività clinica,  quando deciderete il nostro futuro di medici, al servizio del sistema sanitario nazionale, della nostra e della vostra sanità,  fatevi guidare dalle ragioni didattiche e  scientifiche, scegliendo il meglio ed abbandonando sterili ragioni campanilistiche o peggio elettorali”.  

 


Condividi l'articolo su: