Quando e come si è diffuso il bingo in Italia?

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A Natale migliaia di famiglie si radunano ogni anno intorno al tavolo per giocare alla tombola e tentare la fortuna. In molti, però, preferiscono evitare di rimanere tra le mura casalinghe e approfittare della grande compagnia per popolare le sale da bingo, che da oltre 20 anni sono arrivate infatti anche in Italia. Il bingo condivide indubbiamente molti tratti in comune con la tradizionale tombola: i giocatori acquistano delle cartelle sulle quali sono presenti dei numeri e devono sperare di trovare riscontri con le estrazioni che avvengono sul tabellone principale.

Alcune varianti del bingo presentano cartelle con una quantità di numeri inferiore ai soliti 15, ma si tratta di dettagli. Il bingo è come un gioco d’azzardo, il montepremi può salire finché un giocatore non riesce a marcare tutti i numeri di una cartella e, comunque, i macchinari che fanno ruotare le sfere indicanti i numeri devono essere sostituiti periodicamente per eventuali controlli fiscali.

Rispetto alla tombola, il bingo ha origini molto recenti. Correva l’anno 1929 quando Edwin Lowe, un venditore di giocattoli di New York, prese parte ad una specie di lotteria in Georgia, nota come “beano”. Invece di “beano”, al momento della sua vittoria il signore esclamò a tutta voce “bingo”, storpiando il termine in preda all’emozione dovuta al successo. Quella parola rimase impressa nella memoria di tutti gli altri giocatori, che la riproposero anche nelle partite successive. Oggi il bingo è diventato molto popolare e viene giocato in diversi Paesi nel mondo, senza contare le piattaforme digitali che propongono il bingo su Internet. In Italia le sale apposite sono state aperte per la prima volta nel 1999, ma è stato all’inizio del terzo millennio che ha attirato l’attenzione mediatica dopo aver spopolato in Spagna e in Inghilterra.

Nello Stivale il bingo ha ottenuto un certo seguito, seppur mai paragonabile a quello della tombola. Tuttavia, negli ultimi anni le licenze concesse per l’apertura dei locali dediti al bingo sono diminuite di molto e oggi si contano appena due centinaia di sale sul territorio nazionale. Evidentemente è stato proprio il boom della rete ad allontanare gli appassionati dal gioco dal vivo. D’altro canto, il bingo non è un gioco di strategia o abilità e l’esito di una partita è legato puramente al caso. Se basta qualche click per partecipare a una serie di estrazioni, i più pigri non vedono la necessità impellente di uscire di casa, sebbene online la comunicazione e i momenti di condivisione con gli altri giocatori siano alquanto limitati.

I numeri vengono del bingo vengono estratti tramite programmi interfacciati con i server AAMS per scongiurare truffe e garantire effettivamente i premi ai fortunati vincitori. Trattandosi di un sistema informatico, non è un problema se un giocatore acquista più cartelle nella speranza di ritagliarsi qualche possibilità in più di successo. Alla fin fine, le modalità di gioco sono sempre le stesse. Che sia presente dal vivo o dietro a uno schermo, il giocatore che partecipa a una partita di bingo non deve far altro che attendere le varie estrazioni e segnarsi i numeri usciti, quando corrispondenti a quelli indicati sulle proprie cartelle. Il futuro del bingo non è molto chiaro, specie in Italia. Tuttavia, la sensazione generale è che ne sentiremo parlare ancora per parecchi anni.

 


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