Raccolta differenziata disastrosa in provincia di Enna, bene Agira, Nicosia, Piazza Armerina e Troina

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Pubblicati dalla Regione Siciliana ed esattamente dall’Ufficio Speciale per il monitoraggio e l’incremento della raccolta differenziata, i dati di tutti i 390 Comuni siciliani per i primi tre mesi del 2018. I dati comunicati dai Comuni sono completi tra il 91,2 % ed il 97 % .

Cresce in Sicilia con lentezza la raccolta differenziata nei primi tre mesi si attesta al 27,3 %, un dato che si incrementa rispetto al dicembre del 2017, quando la percentuale rilevata era del 22,5 %, ma rimane ancora lontana dall’obiettivo del 35 %, che secondo i calcoli degli esperti della regione, metterebbe in sicurezza la gestione dei rifiuti nell’Isola.

A contribuire negativamente sono di certo le tre città metropolitane, Catania di poco  sotto il 10%, Messina intorno al 12 % e Palermo al 15 %, città con quasi un quinto della popolazione e con percentuali di raccolta differenziata ridicole.

Non va meglio la situazione in provincia di Enna, per i primi tre mesi la media percentuale dei 20 Comuni si attesta al 13,22 %. Bene Nicosia miglior Comune della provincia con il 50,1 %, segue Agira con il 48,07 % e Piazza Armerina con il 47,1 %. Per questi primi tre mesi non è presente il Comune di Troina la cui raccolta differenziata è partita nel mese di maggio, ma che a quanto sembra ha già raggiunto in un mese il 40 %. Nel mese di giugno il servizio è partito anche nei Comuni di Leonforte, Nissoria e Sperlinga.

Ricordiamo che con un’ordinanza dell’8 marzo, il presidente della Regione Nello Musumeci fissava un traguardo intermedio, pari al 35 % di differenziata, entro il 31 maggio 2018. Un obiettivo possibile, secondo la presidenza della Regione, che avrebbe dovuto dare nuovi stimoli ai Comuni e al contempo avrebbe garantito una durata relativamente più lunga alle discariche, dove l’indifferenziato conferito sarebbe stato intorno al 70 % dei rifiuti prodotti a livello regionale.

Nei Comuni inadempienti poco o nulla è cambiato, rischiando di mancare l’appuntamento del 35 % entro la fine di maggio. La Regione ha di conseguenza emesso un bando, un vero e proprio ultimatum ai Comuni inadempienti. Se il 30 giugno non saranno pronti i contratti per l’invio dei rifiuti all’estero, la Regione, entro il primo ottobre, commissarierà i sindaci. I costi saranno a carico dei Comuni, secondo i primi calcoli si passerebbe dagli attuale media di 130 euro ai 200 euro a tonnellata. La quota da spedire fuori Regione deriverà dalla differenza dal 35% della quota di differenziata attuale. Se un Comune si attesta al 20 %, dovrà esportare il 15 % di rifiuti, il tutto a carico delle tasche dei cittadini.

 


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