Ricerca di sali potassici a Villadoro, la Regione dà il via libera alla società mineraria escludendola dalla procedura di valutazione di impatto ambientale

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E’ stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale della Regione Siciliana del 19 luglio il decreto dell’Assessorato regionale Territorio e Ambiente che riguarda l’esclusione dalla procedura di valutazione di impatto ambientale di un progetto relativo al permesso di ricerca di sali potassici e alcalini nei comuni di Sperlinga e Nicosia. L’assessore per il territorio e l’ambiente, con il decreto 268/Gab del 21 giugno 2019, ha escluso dalla procedura di valutazione di impatto il progetto “Villadoro”, proposto dalla società General Mining Research Italy s.r.l., di Perugia.

La richiesta di ricerca di sali potassici risale all’agosto 2017 la General Mining Research Italy che presentò il progetto “Villadoro” all’Assessorato Regionale all’Ambiente e Territorio per ottenere il permesso di ricerca per sali potassici e alcalini nel territorio di Nicosia e Sperlinga, in contrada Mandre.

La società mineraria chiese alla Regione il permesso di ricerca e non l’estrazione, inoltre, la società umbra non si limitò soltanto al territorio di Nicosia e Sperlinga, ma anche a quello di Ribera e Cattolica Eraclea.

Il decreto prevede determinate prescrizioni a cui la società mineraria dovrà attenersi. Ad esempio le operazioni di perforazione sono previste nel numero minimo di uno e massimo due: l’eventuale rinvenimento di un falda acquifera dovrà essere comunicato tempestivamente a tutti gli enti competenti; non dovranno in alcun modo essere danneggiati o rimossi alberi secolari eventualmente presenti: qualora dovesse essere indispensabile rimuoverli, si dovrà prevederne la conservazione ed il successivo reimpianto; il suolo rimosso e accantonato per essere riutilizzato nell’ambito dei lavori di ripristino dopo la dismissione delle postazioni andrà opportunamente protetto dagli agenti atmosferici.

Finora l’estrazione mineraria in Sicilia è stata limitata soltanto al salgemma con le miniere di Realmonte, Racalmuto e Petralia Soprana, gestite dall’Italkali, che è una società mista pubblica e privata, ma non ai sali potassici.  Da tempo l’Italkali ha chiesto il permesso alla Regione, di potere estrarre dalla miniera di Realmonte i sali potassici, ma finora ha ricevuto solo dinieghi, limitandone di fatto l’attività industriale.

I sali potassici hanno assunto notevole interesse economico in quanto il minerale è usato come fertilizzante per l’impiego in agricoltura, I concimi fosfatici accrescono la produzione dei frutti, aumentano la loro consistenza e durata. I sali potassici vengono utilizzati anche nell’industria farmaceutica e chimica per realizzare materiali plastici e resinosi.

In provincia di Enna esisteva una miniera di sali potassici a Pasquasia la cui chiusura è avvenuta repentinamente e inaspettatamente, dopo diverse vicende, il 27 luglio 1992.

L’area limitrofa all’abitato di Villadoro fu indagata per mezzi di rilievi e sondaggi minerari dal 1950 al 1980, prima dal gruppo Montecatini-Eni e poi dall’Ente Minerario Siciliano con tre permessi di ricerca denominati “Villadoro”, “Poggio Pioppo” e “Calcedonio”. I sondaggi ebbero esito positivo rilevando la presenza di corpi salini per 1.5 km e spessi dai 50 ai 250 metri.

 


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