Si prefigura un’interessante serata quella di giovedì 24 luglio, organizzata al Castello di Sperlinga dalla delegazione dell’ONAV prov.le di Enna che ha sede a Nicosia.
La serata prevede una cena con più portate accompagnata dai vini della Cantina Ingrassia di Camporeale (PA) territorio della DOC Monreale.
La particolarità di questi vini consiste nella tipologia dei vasi vinari utilizzati per la macerazione pellicolare e l’affinamento ovvero le anfore in terracotta.
E’ da circa 20 anni che le anfore in terracotta, il più antico dei contenitori di vino, sono ritornate ad essere emblema di modernità enologica, apprezzate da produttori e appassionati del vino per le loro qualità atte ad esprimere e valorizzare le caratteristiche dell’uva utilizzata e del terroir di provenienza.
La prima culla del vino è stata proprio un’anfora, la storia enologica ci riconduce nella zona caucasica, l’attuale Georgia e Armenia, riportandoci dove probabilmente la vinificazione consapevole e continuativa ebbe inizio circa seimila anni fa.
E’ Proprio in Armenia, alle pendici del biblico monte Ararat, che sono state ritrovate enormi vasi di argilla, i kvevri, utilizzati per la vinificazione e la conservazione del vino (metodo recentemente dichiarato, nel 2013, patrimonio dell’umanità).
Sembra provenga proprio da quelle zone la tradizione dei primordiali metodi di vinificazione che poi, attraverso i secoli, giunse fino a noi.
Un percorso da oriente ad occidente, partendo proprio dalle zone caucasiche, passando per la Mesopotamia e raggiungendo la Fenicia, oggi Libano. Da li, attraverso le rotte dei Fenici abili mercanti navigatori, si diffuse lungo tutte le coste del Mediterraneo. Infine, fu sotto il dominio dell’impero romano (27 A.C. – 475 D.C.), che il vino fu conosciuto in tutti i territori dell’Impero.
E’ però recentissima la scoperta di anfore da vino, contenenti residui di tartrato di sodio, meglio conosciuto come cremor tartaro (sale dell’acido tartarico (principale componente acido dell’uva, che si sviluppa naturalmente durante la vinificazione) all’interno di una grotta del m.te Kronio a sud di Agrigento (vicino Sciacca). Le anfore risalirebbero al IV millennio A.C. Le ricerche sono state condotte da parte dell’Università meridionale della Florida a cui hanno preso parte anche il Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), l’Università di Catania e gli esperti della Soprintendenza ai Beni Culturali di Agrigento.
Ciò potrebbe sconvolgere tutto ciò che credevamo di sapere sulla provenienza del vino: si aprirebbe uno scenario del tutto inedito, con la SICILIA che rappresenterebbe uno dei luoghi più antichi dove il vino è stato prodotto.
Forse le teorie sulle vie del commercio del vino in età preistorica, sono in procinto d’esser del tutto sconvolte? Solo ulteriori analisi sui residui presenti all’interno delle anfore, ci sveleranno questo grande mistero.
Ma ora non ci resta altro che goderci la serata al Castello di Sperlinga all’insegna del buon vino, dei prodotti tipici locali e della cultura.
L’Onav ringrazia il Sindaco di Sperlinga Dott. Giuseppe Cuccì, l’Assessore con delega a Cultura, Turismo, Sport, Spettacolo Salvatore Antonino Castiglia e l’Amministrazione comunale tutta, per la calorosa accoglienza, disponibilità e sensibilità dimostrata.
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