Studenti dell’IIS Fratelli Testa di Nicosia in visita a Barbiana: un viaggio nella memoria educativa di Don Milani

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Nell’ambito del progetto su Don Milani, avviato in occasione del centenario della sua nascita, l’IIS Fratelli Testa di Nicosia, già inserito nel circuito delle scuole “milaniane” della Sicilia e che lo scorso anno ha ospitato la mostra itinerante ed un importante convegno, ha organizzato la visita di Barbiana per alcuni studenti della classe quarta del Liceo delle Scienze Umane, coordinati dalle docenti Rita Scinardi e Patrizia Venuta.

Barbiana, il piccolo borgo sperduto e adagiato sulle colline toscane del Mugello, per molti anni è stato il cuore pulsante della scuola fondata da Don Lorenzo Milani. Questo luogo, dove il tempo sembra essersi fermato, dove manca persino la connessione ad Internet, lontano dalle luci della ribalta, è diventato simbolo di una pedagogia che ha saputo rompere con le convenzioni tradizionali, offrendo un’educazione inclusiva e non elitista.

IIS Testa visita Barbiana 2La visita, organizzata grazie ad una convenzione stipulata dal Liceo con la Fondazione Don Milani nell’ambito delle attività previste per il PCTO (Percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento), è stata un’occasione per riflettere sulle sfide e sui valori che la sua esperienza educativa ci offre ancora oggi.

Barbiana non è solo un luogo fisico; è una vera e propria memoria vivente di un progetto educativo che ha cercato di rispondere alle disuguaglianze sociali, economiche e culturali del suo tempo. Don Milani, sacerdote e maestro, ha dedicato la sua vita a costruire una scuola per i ragazzi più poveri, quelli che erano esclusi dal sistema educativo ufficiale, e li ha istruiti non solo con il sapere scolastico, ma anche con una coscienza civile e sociale che li spingesse a farsi carico della propria dignità e dei propri diritti.

Durante la visita, gli studenti hanno avuto l’opportunità di entrare in contatto con le pareti della scuola di Barbiana, che oggi è conservata come museo e centro di studi.

L’esperienza non è stata solo una lezione di storia, ma un momento di riflessione sul significato di un’educazione che non si limita a trasmettere conoscenze, ma che punta alla formazione di cittadini consapevoli e responsabili.

Mentre passeggiavano tra le stanze che un tempo ospitavano le lezioni, gli studenti sono stati invitati a riflettere sulla potenza di parole come “I care” (mi interessa), che rappresentano il cuore del messaggio pedagogico di Don Milani, reso visibile in uno scritto di suo pugno affisso ad una porta.

Con queste parole, il maestro toscano esprimeva la sua profonda convinzione che l’educazione dovesse essere un atto di responsabilità nei confronti degli altri, soprattutto nei confronti di chi aveva meno opportunità.

Ciò che è emerso con forza dalla visita è la rilevanza universale e attualissima del pensiero di Don Milani. La sua scuola, pur in un contesto socio-culturale lontano dalla nostra realtà, ci invita a interrogarci sulla nostra concezione di educazione e sul suo ruolo nella società. La scuola di Barbiana non era solo un luogo dove si imparava a leggere, scrivere e fare i conti, ma un vero e proprio laboratorio di cittadinanza.IIS Testa visita Barbiana 3

I ragazzi di Barbiana, spesso provenienti da famiglie contadine e analfabete, venivano istruiti con metodi innovativi che, pur basandosi sul rigore, non tralasciavano mai la dimensione umana. Le lezioni non erano solo frontali, ma si sviluppavano in un dialogo continuo, in cui la parola assumeva un’importanza centrale. L’insegnamento non si limitava alla pura trasmissione di nozioni, ma voleva stimolare una riflessione critica e un impegno civile. Ed era anche la scuola non solo del sapere ma del saper fare con la predisposizione di tante attività artigianali legate alla lavorazione del ferro, del legno, della tessitura, della meccanica.

Gli studenti che hanno visitato Barbiana sono rimasti colpiti dal senso di comunità che pervadeva la scuola, dove ogni ragazzo, indipendentemente dalla sua provenienza sociale, era chiamato a esprimere la propria opinione, a partecipare attivamente e a essere protagonista del proprio percorso di apprendimento.

Un’idea di scuola che, ancora oggi, può sembrare rivoluzionaria e che ci sfida a ripensare a come la scuola contemporanea affronti le disuguaglianze sociali. Durante la visita, gli studenti accompagnati nella riflessione dall’infaticabile Lauro Seriacopi, vice presidente della Fondazione, hanno ascoltato particolari della vita del sacerdote ma hanno anche avuto l’opportunità di leggere alcuni dei passaggi più significativi delle lettere scritte da Don Milani, che sono diventate pietre miliari della pedagogia moderna. Tra queste, spicca la famosa “Lettera a un professoressa”, in cui il sacerdote critica il sistema scolastico dell’epoca e lancia un appello per una scuola che fosse davvero ugualitaria. Questo messaggio è stato particolarmente potente per i ragazzi, che hanno riconosciuto nella sua denuncia delle disuguaglianze sociali e culturali un tema molto attuale anche per le sfide che oggi affrontano, come le disparità educative, le difficoltà di accesso alla cultura e la marginalizzazione di alcune categorie di studenti. In conclusione, la visita a Barbiana è stata molto più che una semplice escursione scolastica. È stata un’esperienza che ha invitato gli studenti a riflettere su cosa significhi educare, su quale scuola vogliamo costruire e su quale futuro desideriamo per le nuove generazioni. La lezione che arriva da Barbiana è che l’educazione non deve mai essere un privilegio di pochi, ma un diritto di tutti, e che la scuola è un luogo dove si deve imparare a vivere insieme, a rispettare l’altro e a costruire una società più giusta.

In questo senso, Barbiana non è solo un ricordo del passato, ma un faro che continua a illuminare il cammino di chi crede che educare sia, prima di tutto, un atto di cura.



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