Sulla donna disabile violentata e rimasta incinta, Oasi di Troina: “La ragazza è ancora ospite da noi, segno della fiducia della famiglia verso la nostra struttura”

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La triste vicenda che vede coinvolta una ragazza disabile, rimasta incinta dopo aver subito violenza all’interno della struttura sanitaria dell’Oasi di Troina, ha subito un risvolto importante con l’arresto da parte della Polizia di Stato del presunto violentatore, dipendente dell’Istituto e reo confesso. Sulla vicenda interviene ancora l’Istituto con una nota stampa.

Apprendiamo del risvolto delle indagini in merito alla drammatica e squallida vicenda ai danni di una nostra ospite. La direzione dell’Irccs Oasi di Troina plaude alla capacità professionale della Polizia di Stato (Squadra Mobile) e della Procura della Repubblica di Enna, diretta dal dottore Massimo Palmeri, coadiuvato per queste indagini dai sostituti procuratori Stefania Leonte e Orazio Longo e nei confronti dei quali abbiamo dato massima collaborazione. 

Una svolta che ha certamente alleggerito il clima di sospetto che in questi giorni si stava diffondendo sia tra gli operatori della struttura, sia tra le tante famiglie legittimamente preoccupate e che vedono nel nostro Istituto un punto di riferimento per la gestione e l’umanizzazione delle cure. 

Rispetto al nostro dipendente, un operatore socio sanitario e reo confesso per l’abuso sessuale nei confronti di una nostra assistita, sono già in corso i necessari provvedimenti disciplinari da parte dell’Istituto, mentre esprimiamo piena fiducia ai nostri tanti operatori, che da sempre hanno svolto con professionalità, competenza e umanità il loro lavoro. A loro va il nostro grazie e la nostra solidarietà visto che questa vicenda li tocca tutti personalmente.

Una forte solidarietà va espressa nei confronti della comunità civile del nostro paese e dentro cui l’Oasi opera. Dobbiamo superare insieme questo momento difficile che tocca tutto il territorio. 

In 65 anni di vita dell’Oasi è la prima volta che ci troviamo di fronte ad un evento simile.

Tutti i nostri operatori sono da sempre educati, non solo a livello professionale, ma anche a livello etico attraverso specifici corsi  sulla  Mission dell’Opera.

Rispetto ad alcune note emerse da diverse agenzie di stampa ribadiamo, come evidenziato nel primo comunicato stampa, che l’Istituto, non appena ha accertato lo stato di gravidanza della propria assistita nell’ambito dei controlli sanitari sui propri pazienti, ha immediatamente informato la famiglia e denunciato il grave fatto alle forze dell’ordine. Con i genitori dell’assistita è stato deciso il percorso da adottare e sin da subito ci siamo messi a loro disposizione per qualsiasi bisogno, anche futuro, della ragazza e del nascituro. La ragazza è ancora ospite da noi, segno della fiducia della famiglia verso la nostra struttura. 

“Comprendiamo lo sconcerto delle famiglie – dice il presidente dell’Istituto Don Silvio Rotondo – che è anche il nostro e per i loro parenti qui ricoverati. Vogliamo rassicurare tutti che questo episodio va considerato un unicum che non può intaccare il lavoro professionale di tanti nostri operatori e per tanti anni. Come le nostre famiglie sanno noi ci facciamo carico dei  nostri ospiti per ogni cosa, soprattutto per rendere la loro vita più serena.

Voglio sottolineare che nel nostro Istituto spesso sono presenti ricoverati  che altre strutture con difficoltà riescono a prendere in carico. Mai i nostri ospiti hanno lamentato fatti del genere e, tranne in questo periodo di Covid, le famiglie possono sempre venire a trovare i loro cari e sono sempre in contatto con i nostri operatori. 

Inoltre, la maggior parte dei nostri ospiti è sempre in compagnia di un loro accompagnatore. 

La qualità dei nostri interventi è sotto gli occhi di tutti,  e i benefici che i nostri ricoverati ottengono sono verificati dalle famiglie e dal costante controllo che gli organi preposti fanno sul nostro operato. Vogliamo ancora continuare con lo spirito di collaborazione che ci ha contraddistinto in questo periodo con le forze dell’Ordine, ed anche con quanti verranno per eventuali e già annunciate visite ispettive da parte degli organi competenti.

Prima arriviamo alla chiarezza totale, e prima l’Istituto può riprendere con serenità il servizio che facciamo nei confronti di una popolazione fragile e che a noi sta molto a cuore servire.

Certi che il Signore accompagnerà i nostri passi – conclude Don Silvio Rotondo – anche in questo momento difficile a tutti chiediamo di continuare ad esprimere la vicinanza nei confronti del nostro Istituto e la collaborazione necessaria per la sua rinascita post Covid”.

 


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