Il 29 maggio 2025 si commemora il 40° anniversario di una delle pagine più buie del calcio europeo: la strage dello Stadio Heysel di Bruxelles. Era il 29 maggio 1985 quando la finale di Coppa dei Campioni tra Juventus e Liverpool si trasformò in una tragedia che costò la vita a 39 persone e ferì oltre 600 tifosi.
Tra le vittime di quella terribile serata c’era anche Luigi Pidone, tifoso nicosiano di soli 31 anni che divenne la trentanovesima vittima della strage. La sua storia rappresenta il dolore e la sofferenza di tutte le famiglie colpite da quegli eventi drammatici.
Una serata che cambiò tutto
Luigi Pidone si trovava nel settore Z dello stadio Heysel insieme agli altri tifosi quando, poco dopo le 19, iniziarono gli scontri che portarono al panico generale. Durante la fuga disperata della gente impaurita, il giovane nicosiano rimase gravemente ferito e fu trovato già privo di conoscenza dagli infermieri che lo soccorsero.
Trasportato d’urgenza in ambulanza all’ospedale Erasme di Bruxelles, Luigi fu ricoverato in condizioni disperate. Nonostante le cure intensive, non si risvegliò mai dal coma irreversibile in cui era caduto. Dopo 77 lunghi giorni di agonia, il 31enne nicosiano si spense, lasciando nel dolore la moglie Michela e il piccolo Michele, che all’epoca aveva appena 7 mesi.
Un ricordo che non si spegne
La memoria di Luigi Pidone e di tutte le vittime dell’Heysel continua a vivere nella sua città natale. Il 16 settembre 2022, l’artista Maurizio Cannizzo ha realizzato un magnifico murales sul lato di un palazzo per ricordare Luigi e tutte le vittime del settore Z della tragedia belga.
Un’opera d’arte che non è solo un tributo artistico, ma un monumento alla memoria che ha dato anche un nuovo nome a quella zona della città: da quel giorno, infatti, la piazza è stata intitolata “Slargo Luigi Pidone Vittima Heysel 1954-1985”, un riconoscimento permanente che mantiene vivo il ricordo del giovane tifoso e della tragedia che ha segnato per sempre il mondo del calcio.
Un anniversario per non dimenticare
A quarant’anni di distanza, la tragedia dell’Heysel rimane una ferita aperta nella storia dello sport europeo. Il ricordo di Luigi Pidone e delle altre 38 vittime ci ricorda quanto sia importante anteporre sempre i valori umani alla passione sportiva, perché nessuna partita vale una vita umana.
La memoria di questi eventi tragici deve servire da monito per le generazioni future, affinché simili tragedie non si ripetano mai più negli stadi di tutto il mondo.
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