Troina, assoluzione per i fratelli Musarra, le dichiarazioni dell’avvocato Antonino Mancuso

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Riceviamo e pubblichiamo un comunicato dell’avvocato Antonino Mancuso difensore dei fratelli Musarra


Con riferimento al suo articolo del 9/06/18 dedicato all’amara vicenda dei fratelli Giuseppe e Sebastiano Musarra, che il presidente del’ASSP di Troina in modo interessato ha definito un esempio classico di “dis-informazione”, intendiamo esprimerle il nostro apprezzamento perché quanto da lei riferito è verità storica, prima di tutto, e ora anche processuale. Ogni tanto, non sempre purtroppo, accade che il fatto storico (e perciò la sua verità oggettiva) emerga processualmente e si trova pure “un giudice a Berlino” (per citare Brecht), capace di riassumerla in pochi e dirimenti concetti in una sentenza che ora non è più opinabile ma “giudicato”. È stato definitivamente accertato che i fratelli Musarra, nella loro vicenda di affittuari dei terreni della Silvo Pastorale di Troina, hanno subito ingiusti provvedimenti che li hanno distrutti prima di tutto moralmente, poi come imprenditori agricoli onesti e, infine, vilipesi nella loro dignità di persone perbene. La piena dichiarazione di innocenza, riassunta dal giudice, d.ssa Sergi, nella formula “il fatto non sussiste” non può, se non in malafede, essere più spacciata per dis-informazione. Piaccia o no, se si rispettano, come si dovrebbe, i “giudicati”, chiunque deve prendere atto che: 1) la Prefettura ha sbagliato ad emettere nel dicembre del 2015 l’interdittiva antimafia nei confronti dei f.lli Musarra in quanto risultavano <<erronei i presupposti in forza dei quali la interdittiva era stata adottata>> (così in sentenza); 2) la Prefettura ha cercato di rimediare all’errore (meglio definirlo “orrore”) con altro errore definendo il provvedimento di annullamento “aggiornamento”, ciò semplicemente solo per “salvare” gli effetti negativi che l’interdittiva del 2015 aveva già procurato e cioè la risoluzione dei contratti di affitto con l’Azienda Speciale Silvo Pastorale di Troina e il blocco delle domande AGEA per i contributi spettanti alle loro aziende.

Da qui la denuncia per tentata truffa ai danni dell’AGEA che il processo appena definito ha dichiarato “non sussistente” poiché <<in esito all’audizione del teste Cerniglia (vice Prefetto Vicario firmataria del provvedimento di aggiornamento) emergeva che l’interdittiva antimafia del 14/12/2015 … veniva annullata da parte del nucleo interforze>>. Venendo ora alla nota dis-informativa da voi pubblicata in calce all’articolo a firma del presidente dell’ASSP di Troina non si può non dire che <<chi di falso ferisce di falso perisce>>. Infatti: 1) l’interdittiva è stata annullata da un provvedimento che, per errore, è stato chiamato “aggiornamento”. E ciò lo afferma, non più solo i difensori dei sig.ri Musarra, la sentenza del Tribunale di Patti n° 573/2018, passata in giudicato; 2) i f.lli Musarra non hanno in questo periodo rilasciato i terreni condotti in affitto perché nessun procedimento di esecuzione forzata per il rilascio è stato mai intrapreso dall’ASSP di Troina. Sa bene il Presidente dell’ASSP (che sa di diritto) che la dichiarazione di recesso contrattuale non costituisce mai, in sé e per sé, titolo esecutivo nemmeno quando è emessa da una pubblica amministrazione per beni demaniali (e non è il caso de boschi dell’ASSP che rientrano tra il patrimonio disponibile del Comune) che, per ottenere l’esecuzione, deve emettere un’ordinanza di rilascio. Del rilascio forzato si redige processo verbale da parte dell’ufficiale giudiziario che lo esegue, così come si redige processo verbale dell’immissione in possesso del nuovo affittuario che si è aggiudicato i terreni (sig. presidente ci può dire, al di là delle chiacchiere dove sono questi documenti che dimostrerebbero che i Musarra non detengono più i suoi terreni??); 3) è vero che il recesso dai contratti di affitto tra l’ASSP e i Musarra è stato considerato valido dal Tribunale di Catania, ma ciò prima che il Tribunale penale di Patti ha accertato definitivamente che il provvedimento interdittivo non è stato “aggiornato” ma annullato dal comitato interforze e, quindi, dalla Prefettura. La sentenza del Tribunale di Catania è stata, quindi, impugnata innanzi alla Corte di Appello e la causa sarà discussa, e speriamo decisa, il 17/09/2019 (non è perciò vero che esiste una decisione della Corte di Appello di Catania come falsamente affermato dal presidente dell’ASSP di Troina); 4) il suo giornale ha fatto semplicemente il suo dovere perché ha pubblicato una notizia inconfutabile; 5) smettiamola di buttarla in politica!! Non è in atto nessun attacco al Sindaco Venezia perché non c’è nessun automatismo tra il fatto di difendere e affermare i diritti dei fratelli Musarra e la critica ingenerosa al sindaco Venezia. Anzi, un difensore della legalità (e soprattutto della giustizia) non può che gioire quando “giustizia è fatta” a mezzo di sentenza non più opinabile o criticabile perché passata in giudicato. Altrimenti si cade nella barbaria se non si rispetta il principio più elementare di convivenza civile e cioè che le sentenze non definitive si impugnano e quelle, invece, definitive si rispettano.

Avv.to Antonino Mancuso                                         Avv.to Bonaventura Lo Duca

 


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