Varata la nuova bozza della rete ospedaliera siciliana. Nicosia rimane ospedale di base, Leonforte presidio di zona disagiata

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Varata la nuova rete ospedaliera siciliana ancora in formato “bozza”, l’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, ha illustrato le novità ai sindacati.

In totale si tratta di una ventina di pagine e presenta alcune novità rispetto alla versione approvata dal governo Crocetta.

Gli ospedali di base, ad esempio, passano da 14 a 16, con l’aggiunta di Giarre e Barcellona che precedentemente erano accorparti rispettivamente con Acireale e Milazzo in Dea di primo livello ed ora, invece, avranno autonomia con relativo pronto soccorso.

Viene invece confermata la struttura generale, che prevede in ordine di importanza i Dea di secondo livello, saranno in tutto 7, si tratta di strutture altamente specializzate e integrate, i Dea di primo livello, in tutto 22,  ovvero grandi ospedali che dispongono di aree di pronto soccorso di primo livello con funzioni di rianimazione e degenza, i presidi di base, 16 in totale, con almeno quattro unità operative: pronto soccorso, chirurgia generale,  medicina generale e ortopedia ed infine gli ospedali delle zone disagiate, 11 in tutto,  che dispongono delle strutture di base per affrontare le emergenze. Prevista anche l’eliminazione di numerose Unità operative complesse, che comporterà meno primari rispetto ad ora.

La Regione Sicilia è stata suddivisa in quattro bacini: Bacino 1 Catania, Ragusa e Siracusa. Bacino 2 Messina. Bacino 3 Palermo e Trapani. Bacino 4 Agrigento, Caltanissetta ed Enna.

Nello specifico del Bacino 4 con 876.376 abitanti è previsto un Dea di secondo livello il S. Elia di Caltanissetta, tre Dea di primo livello, Agrigento-Sciacca-Ribera, Gela ed Enna, quattro presidi di base Canicattì, Licata, Piazza Armerina e Nicosia e quattro presidi in zona disagiata, Mussomeli, Mazzarino, Niscemi e Leonforte. Sostanzialmente non cambia nulla rispetto alla rete varata dal governo Crocetta, ma occorrerà entrare nei dettagli delle singole Unità operative per capire la portata della nuova riforma.

Il piano aspetta ancora il vaglio della Commissione Sanità dell’Ars.

 


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