“Vicini a Matteo Messina Denaro”: 13 fermi in provincia di Trapani

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PALERMO – Blitz antimafia con 13 fermi in provincia di Trapani. Oltre un centinaio di agenti della polizia, appartenenti alle squadre mobili di Trapani e Palermo, coordinati dal Servizio centrale operativo, stanno eseguendo 13 fermi emessi dalla Direzione distrettuale antimafia del capoluogo siciliano nei confronti di presunti appartenenti a Cosa nostra, alcuni dei quali considerati “particolarmente vicini” al superlatitante Matteo Messina Denaro. L’inchiesta, denominata ‘Ruina‘, vede complessivamente venti indagati, nei confronti dei quali sono in corso perquisizioni con l’ausilio di unità cinofile e apparecchiature speciali per la ricerca di armi: sotto indagine anche il sindaco di un comune trapanese, oltre che alcuni imprenditori locali e un dirigente di un’azienda pubblica di Trapani, anche presidente di una nota cantina sociale. Tra i reati contestati quelli di associazione mafiosa, estorsione, incendio, furto, favoreggiamento personale e corruzione elettorale, aggravati dal metodo mafioso. 

INDAGATO IL SINDACO DI CALATAFIMI-SEGESTA

Il sindaco di Calatafimi-Segesta, Antonino Accardo, è indagato nell’ambito dell’inchiesta ‘Ruina’ che ha portato all’esecuzione di 13 fermi in provincia di Trapani su ordine della Direzione distrettuale antimafia di Palermo. Accardo, che non è destinatario di alcun provvedimento restrittivo, è sindaco dall’aprile 2019 e ora risulta indagato per tentata estorsione e corruzione elettorale “aggravati – spiega la questura di Trapani – dal metodo mafioso”.

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