VIDEO | La Palermo del food e la fase 2: “Voglia di ripartire”

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PALERMO – Tanta voglia di gettarsi alle spalle i due mesi di lockdown, rialzare la saracinesca e rimettersi al lavoro con i propri operai. Dal 4 maggio che segna l’avvio della ‘fase 2’ e la ripresa del servizio take away, le imprese del settore food a Palermo guardano con fiducia al futuro. Lo fa Alberto Guttilla, che con la moglie porta avanti la polleria e pizzeria da asporto ‘Savoca’ di via Monte Pellegrino: “Per noi ricominciare non vuol dire soltanto muovere l’economia ma significa soprattutto dare una mano ai miei dipendenti e alle loro famiglie che in questi mesi non hanno ancora avuto un euro per la Cassa integrazione”, spiega alla Dire. Due mesi di inattività hanno pesato come un macigno sul bilancio dell’attività: “Le perdite sono state tante e non siamo neanche in grado di stimarle al momento – racconta ancora Guttilla -. Noi ci siamo fermati ma le utenze, l’affitto e le tasse sono andate avanti. Per fortuna avevamo un piccolo gruzzoletto da parte, lo abbiamo utilizzato tutto ma la forza di volontà e la voglia di andare avanti non ci mancano”. Si riparte ma le regole da seguire non sono chiarissime: “C’è ancora molta confusione e inoltre è difficile trovare le barriere e i nastri adesivi da apporre sui pavimenti. Cercheremo comunque di mantenere la distanza di un metro, spero solo che queste misure non generino timore nei clienti”. Analoghe perplessità da parte di Enrico Di Salvo, che con il fratello Emiliano gestisce ‘Divino In Gusto’, pizzeria e hamburgeria in via Giuseppe Pagano che in questi mesi ha effettuato soltanto un servizio di consegne a domicilio: “Provvederemo con distanziatori e con la sanificazione del locale – spiega – ma mancano ancora delle direttive ufficiali e precise da parte del governo. Stiamo anche pensando di chiedere l’autorizzazione per una pedana esterna che ci consentira’, quando lo Stato dara’ il via libera, di accogliere i clienti in uno spazio aperto”. Per Di Salvo “riaprire significa guardare con fiducia al futuro, soddisfare le richieste dei clienti e – conclude – tornare all’opera con i nostri impiegati che sono tutti in Cassa integrazione ma che rivogliamo con noi”.



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