L‘eccellenza enologica italiana è un mondo che va ben oltre agli assaggi, agli abbinamenti azzeccati con il cibo e al lasciarsi inebriare dai sentori delle varie etichette. Trattandosi di una filiera profondamente legata ai vari territori, chiamarla in causa vuol dire, per forza di cosa, parlare anche di tematiche che hanno a che fare con il sociale.
In alcuni casi, dalla parola si passa ai fatti, con progetti che dimostrano quanto il mangiare e il bere bene sia fondamentale per l’immagine del nostro Paese. Tra gli esempi più utili da chiamare in causa troviamo un vino bianco davvero speciale, recentemente tornato sotto i riflettori per via della pubblicazione della celebre guida Berebene 2025 de Il Gambero Rosso.
Si tratta del Bianco Giato del 2023, prodotto da un’azienda il cui nome è immediatamente riconoscibile da parte di qualsiasi appassionato di cinema italiano: Centopassi.
Tra i vini bianchi più richiesti su e-commerce verticali celebri come Tannico, tra i punti di riferimento principali in Italia per chi vuole bere bene, ha alle spalle una realtà unica nel suo genere come Libera Terra, cooperativa da sempre in prima linea nel coltivare le terre confiscate alla locale criminalità organizzata.
Nel caso specifico del Bianco Giato, siamo nella zona dell’alto Belice Corleonese, in un’area compresa fra la provincia di Palermo e quella di Agrigento. Nonostante a livello morfologico sia oggettivamente impervia, la zona si presta comunque bene alla coltura della vite soprattutto per via di un fattore: la situazione particolare dell’escursione termica.
Favorevole alla coltivazione della vite è anche l’altitudine, senza dimenticare il ruolo dei venti e della composizione del suolo, tutto coltivato con metodi biologici.
Vino catarratto – definizione tecnica che indica un vitigno a bacca bianca tipico della Sicilia – il Bianco Giato si contraddistingue anche per il fatto di maturare in botti d’acciaio, materiale fondamentale per preservare la freschezza tipica dei vitigni autoctoni dalla cui sinergia nasce questa delizia che apre il suo bouquet con sentori fruttati intensi, dolci e sensuali come quello della pera e della pesca, per poi lasciare posto, invece, a suggestioni di tipo floreale.
Premiato due volte dagli esperti de Il Gambero Rosso – per il rapporto qualità-prezzo e con il riconoscimento dei Due Bicchieri – ci ricorda quanto, in Italia, il vino sia una cosa più che seria, arrivando addirittura a rappresentare un volano di cambiamento per territori con alle spalle una storia di sangue.
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