Compensi per il cda del Giglio di Cefalù. Assolti dalla Corte dei Conti d’appello gli ex assessori regionali della Salute Razza, Borsellino e Gucciardi

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La sezione giurisdizionale d’appello della Corte dei conti ha assolto gli ex assessori della salute della Regione siciliana, Ruggero Razza, Lucia Borsellino e Baldassare Gucciardi e i dirigenti generali Salvatore Sammartano e Mario La Rocca, relativamente alla questione concernente gli esborsi ed oneri pagati dalla Regione siciliana per i compensi dei componenti del consiglio di amministrazione della Fondazione Istituto Giglio di Cefalù nel periodo 2015-2020.

La sezione ha sostanzialmente accolto nella ricostruzione tutti i motivi di appello proposti dagli ex assessori e dai dirigenti generali, ribaltando totalmente la sentenza resa dalla sezione giurisdizionale della Corte dei Conti in primo grado.

Si costituivano in giudizio per l’ex assessore Gucciardi gli avvocati Girolamo Rubino e Massimiliano Valenza; per l’ex assessore Lucia Borsellino l’avvocato Francesco Stallone; per l’ex assessore Ruggero Razza il prof. avvocato Giacomo Gargano,  coadiuvato dal co-procuratore di primo grado avvocato Antonino Criscí; per l’ing. La Rocca, ex dirigente generale, l’avvocato Massimiliano Mangano; per Salvatore Sammartano, ex dirigente generale, l’avvocato Domenico Pitruzzella.

L’Ospedale Giglio era gestito da una Fondazione a cui avevano aderito un socio privato, ossia l’Istituto San Raffaele di Milano ed alcuni soci pubblici, ossia l’Azienda Sanitaria Provinciale di Palermo, il Comune di Cefalù, l’ARNAS Civico, l’Azienda Ospedali Riuniti Villa Sofia Cervello di Palermo. A partire dal 2013, però, l’Istituto San Raffale, socio privato, recedeva dalla Fondazione, che pertanto proseguiva la sua attività con i soli soci pubblici.

La procura contestava a tutti gli altri ex assessori alla salute nonché ai dirigenti generali dell’Assessorato alla Salute avvicendatisi dal 2013 fino al 2019 sia una duplicazione della spesa necessaria per il pagamento delle retribuzioni spettanti al personale dipendente dell’ASP che aveva prestato in servizio presso l’Ospedale Giglio in posizione di comando, sia l’avere proseguito l’attività della Fondazione dopo il recesso del socio privato. A dire della procura, infatti, doveva essere qualificata come illegittima la prosecuzione dell’attività della Fondazione Giglio con i soli soci pubblici.

In primo grado l’azione della procura era accolta ed i convenuti condannati con sentenza resa dalla Corte dei conti, sezione giurisdizionale. A fronte della sentenza, però, i convenuti proponevano appello con gli stessi difensori.

Con sentenza n. 37/A/2023 del 29 giugno 2023 la Corte dei Conti, sezione giurisdizionale d’appello per la Regione siciliana, ha accolto l’appello proposto dai convenuti, ed assorbendo i numerosi argomenti interposti dalle parti, ha valorizzato il fatto che la disposizione che autorizzava la costituzione delle Fondazioni tra enti pubblici non era affatto univoca nel precludere la costituzione di fondazioni con soli soci pubblici ed in assenza di un socio privato. Inoltre, il Giudice d’appello ha coerentemente dato rilievo alla circostanza che l’intera gestione della Fondazione Giglio era stata sempre esplicitamente autorizzata dal Ministero della Salute attraverso dei tavoli ministeriali periodici ai quali avevano preso parte sia funzionari del Ministero, sia i dirigenti generali dell’Amministrazione regionale. Ebbene, attraverso tali tavoli ministeriali periodici il Ministero era stato sempre costantemente informato delle scelte operate dall’Assessorato regionale alla salute, e costantemente autorizzato. Peraltro vi era in proposito pure un pronunciamento della Corte dei conti, Sezione controllo, che si era esplicitamente pronunciata confermano la legittimità dell’operato dell’Assessorato alla Salute.

Per effetto della sentenza le contestazioni mosse dalla Procura sono state respinte, ed è stata disposta la refusione delle spese legali, che sono state quantificate in 5.000 euro (oltre oneri ed accessori) per ciascuno dei convenuti.



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