Crisi finanziaria del Comune di Capizzi: il sindaco Leonardo Principato Trosso risponde all’opposizione “Capizzi bene Comune”

Condividi l'articolo su:

Nella sua recente dichiarazione, il Sindaco di Capizzi, Leonardo Principato Trosso, ha fornito una risposta puntuale al gruppo di opposizione “Capizzi bene Comune”, che ha avanzato accuse di mala gestione nei confronti del primo cittadino, addentrandosi nell’analisi dettagliata della grave crisi finanziaria che attanaglia l’ente.

Nell’analisi della situazione economico-finanziaria del Comune di Capizzi, il sindaco Leonardo Principato Trosso ha sottolineato che il dissesto finanziario dell’ente non può essere attribuito unicamente alla sua amministrazione, ma ha sottolineato che la situazione finanziaria critica affonda le radici in eventi precedenti.

Scrive il sindaco di Capizzi: “Rimango di stucco di fronte alle esternazioni del gruppo di minoranza “Capizzi bene Comune”, sulla testata on line di Telenicosia, che affermano con vigore che il dissesto del Comune di Capizzi è il frutto di anni di mala gestione, facendo intendere della mia passata amministrazione.

Rimango più sorpreso se penso che la capogruppo dell’opposizione risulta assai qualificata  in materia e quindi mi sarei aspettato una valutazione seria ed obiettiva.

Voglio ribadire, a scanso di equivoci, che la situazione finanziaria dell’Ente è ben nota alla capogruppo di minoranza essendo stata consigliere di opposizione, proprio nel periodo 2013-2018, durante il quale le riscossioni per tributi (TARI e canone idrico) sono stati inconsistenti con una media di riscossione pari al 3,69%, eppure l’opposizione attribuisce la mala gestione all’amministrazione successiva, che di contro ha portato la riscossione al 23,96%, escludendo il periodo Covid durante il quale nessun incasso è stato effettuato per via della situazione, quindi abbiamo riscosso oltre 20 punti percentuali in più e questo per l’opposizione non è ovviamente significativo di modo di operare.

In verità la grave situazione finanziaria del Comune di Capizzi ha origini molto lontane, già dal 2013, anno in cui la gestione dei rifiuti passa dall’ATOME3 al Comune di Capizzi si è assistito ad un progressivo incremento relativo al mancato incasso dei tributi comunali, poi confluito nel Fondo Crediti di Dubbia esigibilità, che secondo i dati rilevati nell’ultimo preconsuntivo ammonta ad € 4.261.974,16, situazione aggravata ulteriormente dal periodo Covid che ha compromesso seriamente le possibilità di pagamento dei Tributi da parte dei cittadini.  

La conclusione di un procedimento giudiziario, iniziato nell’anno 2000 (Esproprio Centro Sociale), che ha visto soccombere il Comune di Capizzi  ha comportato il riconoscimento del debito e l’esborso di circa € 450.000,00 dalle esigue casse comunali nell’anno 2022.

A ciò si aggiunge un contenzioso per risarcimento del danno da incidente stradale verificatosi nel mese di Marzo 2018 che ha visto il Comune di Capizzi soccombere in appello con una condanna di € 1.050.000,00 ed attualmente il giudizio è pendente presso la Corte di Cassazione, ma ciò ha comportato un accantonamento prudenziale di € 854.254,66.

A queste passività vanno aggiunti n. 2 FAL (Fondo Anticipazione di liquidità, di cui uno contratto nel periodo 2013-2018 ed uno dalla passata amministrazione) per l’importo complessivo di € 1.025.000,00.

La ricognizione straordinaria dei debiti fuori bilancio ha fatto emergere debiti per € 1.231.204,09 così distinti: € 499.716,81 per rincari energetici (Luce e Gas), € 71.564,41 per aumento costi del servizio di raccolta e smaltimento RR.SS.UU. (aumento conferimenti in discarica), € 130.000,00 per pagamento somme di una cartella esattoriale notificata nel 2017 per contributi dipendenti etc.., € 78.937,98 per debiti derivanti da Sentenza, € 132.000,00 per pignoramenti da regolarizzare relativi a procedure del periodo 2013-2018 si consideri che solamente € 70.000,00 sono dovuti per interessi peri ritardato pagamento all’impresa che ha gestito il servizio RR.SS.UU. nel periodo 2013-2018, il resto si tratta di spese per segretari comunali, professionisti, imprese, fornitori etc..)

Pertanto risulta chiaro ed evidente che nonostante un cospicuo avanzo di amministrazione pari a € 3.484.918,93 non si è in grado di riequilibrare il bilancio ne con le procedure ordinarie ne con un piano di riequilibrio pluriennale, pertanto abbiamo dovuto prendere atto della situazione di disseto dell’Ente ed inoltrata la proposta al Consiglio.  

Ma la situazione di grave difficoltà, che dovrebbe essere ben nota al capogruppo di opposizione in quanto all’epoca consigliere comunale, sempre di opposizione, si era manifestata già nel 2015/2016 quanto i dipendenti Comunali rimasero senza stipendi per ben 6 mesi oltre la tredicesima mensilità.

Il D.Lgs. 267/2000 anche questo ben noto alla capogruppo di opposizione, agli artt. 242-269 contiene le disposizioni per gli enti in sofferenza finanziaria e dispone le relative procedure di riequilibrio finanziario e dispone che “Si procede con il dissesto finanziario nel caso in cui l’ente locale non sia più in grado di svolgere le proprie funzioni e di erogare servizi indispensabili, ovvero non sia in grado di assolvere a debiti liquidi ed esigibili”

Ora mi chiedo, un Ente che non riesce a corrispondere stipendi ai propri dipendenti per 7 mensilità, è in grado di assolvere le proprie funzioni?

Quindi è palese che nel 2015/2016 ricorrevano le condizioni di un dissesto di fatto, che obiettivamente doveva essere attenzionato e non occultato come è stato.

Sul fatto che la dichiarazione comporterà aumenti tariffari e tagli nei servizi, tranquillizzo la cittadinanza che i nostri servizi a domanda individuale risultano già coperti oltre il limite minimo del 36%, mentre per quanto riguarda TARI e canone idrico risultano già coperti al 100%, quindi nessuna variazione. L’unica cosa che varia sarà l’imposta IMU che la legge vuole che si porti all’aliquota massima”.



Condividi l'articolo su: