In due giorni aggrediti agenti di polizia penitenziaria del carcere di Enna

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Due aggressioni in soli due giorni, una nella mattinata del 17 aprile e una nella mattinata del 18 sono avvenute presso la Casa circondariale di Enna.

Dopo l’atto di aggressione, messo in atto nella tarda mattinata del 17 aprile da un giovane detenuto poco più che ventenne, accusato di un efferato omicidio, un’altra gratuita ed inaspettata aggressione, nei confronti di agenti della Polizia Penitenziaria è stata compiuta il giorno dopo da due detenuti.

A pochissimi giorni dalla visita dell’onorevole Carolina Varchi, segretario di presidenza della Camera dei Deputati,  unitamente alla Commissione della Camera Penale di Enna e alla organizzazione sindacale USPP (Unione Sindacati Polizia Penitenziaria,) si continuano a registrare atti di intolleranza e di violenza nei riguardi degli operatori penitenziari.

Questa è la conferma di quanto più volte denunciato dall’USPP, un sistema fallimentare che fa acqua da tutte le parti ove oramai i detenuti agiscono con libertà di agire e colpire.

E’ un bollettino di guerra, tra atti di autolesionismo, ingestione di detersivi di batterie e aggressioni, dall’inizio dell’anno ad oggi sono circa 40 gli eventi critici.

Quello accaduto in questi due giorni a Enna è solo la punta dell’iceberg, è solo una goccia nell’oceano che viene portata a conoscenza della cronaca.

Oramai la situazione è allarmante, giornalmente si registra almeno un evento critico, situazioni che mettono a dura prova la pazienza e lo stato psicofisico degli operatori, poliziotti e figure professionali del penitenziario di Enna, che operano in un contesto difficile, senza nemmeno un solo mezzo idoneo come il “taser o spray urticanti” per poter contrastare questi fenomeni”. Afferma in una nota Filippo Bellavia, consigliere nazionale USPP.

Solo sabato scorso il consigliere Nazionale del sindacato USPP Filippo Bellavia aveva denunciato e chiesto alle autorità presenti,  consegnando loro un documento dettagliato sulle problematiche che affliggono la Polizia Penitenziaria, di chiudere  la sezione detentiva ove sono ristretti i detenuti affetti da problemi psichiatrici in quanto la gestione degli stessi in un contesto come quello della casa circondariale di Enna è assolutamente inadeguato, inaccettabile ed improponibile per l’assenza di strumenti idonei per problemi logistici e soprattutto per il fatto che non vi è un presidio permanente di specialisti come lo psichiatra, figura professionale importantissima per la gestione di questi detenuti che si rendono pericolosi per l’intero sistema gestionale.

L’eventuale trasferimento del pericoloso soggetto autore dell’aggressione non è una soluzione perché il problema viene spostato altrove piuttosto che essere risolto.

L’ istituzione delle REMS Residenze per l’esecuzione delle Misure di Sicurezza e la chiusura degli OPG Ospedali Psichiatrici Giudiziari sono stati un fallimento poiché sono pochissimi i detenuti psichiatrici ospiti delle REMS e la stragrande maggioranza dei detenuti problematici sono stati distribuiti nei vari penitenziari della Regione Sicilia.

Il problema come più volte denunciato è aggravato dalla carenza cronica di agenti penitenziari situazione che ha obbligato i sindacati a dichiarare lo stato di agitazione.

L’assenza di risposte concrete da parte del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria Regionale, obbligherà il sindacato USPP ad attivare ogni forma di protesta come quella dell’auto consegna in carcere senza andare dalle proprie famiglie e se necessario si inizierà pure lo sciopero della fame.

L’USPP auspica che il Dipartimento intervenga e si ponga fine a questa incresciosa situazione.



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