L’allarme dei balneari: “Troppa incertezza, così non riapriamo”

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“La totalita’ o quasi totalita’ degli stabilimenti balneari italiani questa estate restera’ chiusa”. Antonio Capacchione, presidente SIB (Sindacato italiano balneari), lo dice in audizione al Senato



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ROMA – “La totalita’ o quasi totalita’ degli stabilimenti balneari italiani questa estate restera’ chiusa” a causa della “totale trascuratezza delle istituzioni per questo settore”. Infatti nei decreti finora, e anche nel dl Rilancio alle prese con una faticosa gestazione “non c’e’ una riga sulla balneazione italiana“, e allora risulta “assurdo come si possa chiedere di riaprire in una situazione come l’attuale senza turismo internazionale e a fronte di un crollo verticale di quello interno”, tale che “pensiamo a un 25% di presenze”. Antonio Capacchione, presidente SIB (Sindacato italiano balneari), lo dice in audizione alla commisione Industria del Senato sulle conseguenzed della pandemia in corso. 

“Ci sono 30mila imprese da 10 anni in una situazione di totale incertezza”, lamenta Maimone, per le quali “l’applicazione della direttiva Bolkestein e della legge 145 e’ vitale”, pero’ a fronte di una stagione che fa pensare a 1/4 delle presenze abituali, per di piu’ con “con rischi penali e amministrativi”,

Assobalneari si domanda “come si puo’ chiedere di ripartire in queste condizioni”. In tutto cio’, il ministro per i Beni e le Attivita’ culturali e il Turismo, Dario Franceschini, “ha garantito che ci sara’ una norma per il settore nel dl Rilancio- prosegue Maimone- non voglio credere che ieri sera la norma sia stata stralciata: se cosi’ fosse sarebbe uno schiaffo alle imprese e un atto irresponsabile”. E allora, se “dobbiamo garantire l’apertura degli stabilimenti quest’anno” chiediamo chiediamo incentivi di carattere normativo a costo zero“, conclude, e “se non fossero riconosciute sarebbe un ennesimo grave errore”. 

SERVONO LINEE GUIDA UE, CON 5 MT DISTANZIAMENTO SALTA TUTTO

Per quel che riguarda la fruizione della spiaggia in sicurezza, “linee guida europee sarebbero utili”, ad esempio parlando del turismo in generale “le regole in Austria sono piu’ facili, da noi sono complicate“. Va tenuto presente che “la balneazione italiana rappresenta il 30% della balneazione europea”, quindi avere “linee guida semplicissime e chiare, che possono essere eseguite da tutti, sarebbe auspicabile”, prosegue Capacchione, presidente SIB. 

“In Italia c’e’ una grande confusione- avverte Capacchione- noi riteniamo che le regole debbano essere molto semplici e chiare da applicare”. Infatti “le disposizioni sono poco comprensibili, perche’ l’OMS stabilisce 2 metri di distanza di sicurezza e poi si arriva a 7-9 metri?” tra gli ombrelloni, si chiede il presidente SIB. Cio’ detto, “disposizioni come quella che prevede 5 metri di distanza tra gli ombrelloni o 9 metri quadri per utente farebbero saltare tutta la balneazione piu’ qualificata– sottolinea il presidente SIB- non solo la Liguria ma anche la Puglia, nel Salento, o la penisola Sorrentina”. 

In tutto cio’ i gestori di stabilimenti balneari corrono anche “rischi giudiziari” legati al rischio contagio, non solo da parte dei lavoratori ma “anche da utenti”, precisa Capacchione. Infine, “non siamo interessati a occupare le spiagge libere”, dice il presidente SIB, “quella italiana e’ una balneazione sicura con tutte le comodita’”, mentre “la spiaggia libera e’ un carnaio” e “noi rifiutiamo di andare indietro”, perche’ si deve “mantenere il dualismo della spiaggia italiana, libera e attrezzata“.



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