Lettera aperta del Comitato regionale promotore per le Zone Franche Montane ai deputati regionali siciliani

ZFM Zone Franche Montane
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Con una lettera aperta inviata al presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè e ai deputati dell’Assemblea regionale siciliana (Ars), il Comitato regionale promotore per le Zone Franche Montane esprime tutta la sua delusione nei confronti del governo regionale per non aver menzionato nel Documento di economia e finanza regionale (Defr) 2021/2023 le Zone Franche Montane, nonostante sia stata approvata la legge regionale istitutiva il 17 dicembre 2019.

Di seguito il testo integrale della lettera.


Sig. Presidente, signore Deputate, signori Deputati,

il 17 dicembre 2019 l’Assemblea Regionale Siciliana ha approvato, unanime, la prima Legge di prospettiva della sua storia, scrivendo le disposizioni concernenti l’istituzione delle Zone Franche Montane in Sicilia.

Nonostante la trasversale volontà espressa dal Parlamento siciliano, abbiamo appreso, con rammarico, che il Governo regionale, nella stesura e approvazione del “Documento di economia e finanza regionale (Defr) 2021/2023”, non ha affatto menzionato le Zone Franche Montane.

Dalla lettura del Documento, approvato con delibera di Giunta n° 281 del 1° luglio 2020, si evince che (sulla fiscalità di sviluppo) l’interesse del governo è particolarmente rivolto all’istituzione delle Zone Economiche Speciali (Zes).

Notevole però è la differenza tra le Zes e le Zfm, in termini di benefici e ricadute positive nelle diverse aree dell’isola.

Per le Zes è prevista una copertura di soli 200 mln di euro in 5 anni, a valere sul credito d’imposta, quindi si rivolge ad imprenditori con un’alta capacità di ottenere credito; per le Zfm, il Parlamento regionale – al momento – ha destinato 300 milioni euro annui, “mediante corrispondente riduzione del Fondo per gli investimenti strutturali di politica economica di cui all’art. 10, comma 5, del Dlgs 282 del 29/11/2004, convertito con modifica dalla Legge n. 307 del 24/12/2004” (art. 6, DDL 641/2019).

Inoltre, relativamente alla ricaduta sui territori, con le Zes il governo – con l’intervento dello Stato – punterebbe ad agevolazioni e facilitazioni burocratiche diffuse sulle aree individuate, rilanciando – investendo fondi del bilancio regionale

  • anche le “super Zes”, con ulteriori opportunità fiscali; mentre l’Ars, determinandosi favorevolmente per l’istituzione delle Zfm, avrebbe inteso coraggiosamente bloccare l’emorragia umana ed imprenditoriale in atto nelle zone montane, che rappresentano oltre il 25 % del territorio isolano.

Infine, il lavoro dell’Ars è già incardinato nella discussione della VI Commissione Finanze e Tesoro del Senato della Repubblica, dove ha ritrovato un trasversale apprezzamento, che si è manifestato nel corso dell’audizione di due rappresentanti del Comitato promotore svoltasi lo scorso 28 luglio a Palazzo Madama.

A tal proposito non ci è sfuggita la presa di posizione del presidente dell’Ars che, in una nota stampa, ha invitato “il governo regionale a inserire le Zfm nel Defr al fine di prevederne le specifiche ricadute sul piano macro-economico”.

Con la presente vi chiediamo di sensibilizzare il Governo regionale affinché rielabori il testo del Defr, prima che venga trasmesso all’ARS – con apposita nota di aggiornamento, se già inoltrato – nel rispetto della volontà da Voi già espressa il 17 dicembre 2019: una data storica, in cui il Parlamento più antico d’Europa ha dimostrato di avere a cuore le sorti delle aree di montagna dell’isola e di chi ne rivendica il diritto di residenza.

Ribadire in questa lettera l’importanza delle disposizioni concernenti l’istituzione delle Zone Franche Montane in Sicilia non è superfluo.

Ne parliamo e scriviamo da oltre duemila giorni, tuttavia, ricordare, anche a noi stessi, che la loro istituzione rientra nella esclusiva competenza della Regione e che essa non dovrebbe essere oggetto di censura da parte dello Stato – a meno che si disconosca la specialità statutaria della Sicilia – è un dovere a cui non ci possiamo sottrarre.

Siamo, altresì, consapevoli che la strada è ancora in salita eppure, per noi – come lo è stato per Voi lo scorso 17 dicembre

  • la “speranza consiste nella possibilità di avere sempre qualcosa da raggiungere” (cit. presidente Mattarella).

Insieme abbiamo “qualcosa da raggiungere” e da rivendicare: la piena applicazione dello Statuto Speciale della Regione Siciliana, che ci aprirà la strada per l’attuazione del progetto che abbiamo condiviso e che salverà anche le aree di montagna della nostra Isola.

Lo ribadiamo (l’abbiamo fatto con determinazione nel corso dell’audizione in Senato dell’Ufficio di presidenza della Commissione Finanze e Tesoro) “è la chiave di volta dello sviluppo della Sicilia”.

Nel continuare a riporre piena fiducia in questa Istituzione, l’occasione è gradita per porgere distinti saluti.

 

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