Operazione antimafia, arrestate dalla Polizia di Stato 30 persone appartenenti a Cosa Nostra di Leonforte – VIDEO

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La Polizia di Stato di Enna ha arrestato 30 indagati, in esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare emessa, su richiesta della Direzione  Distrettuale Antimafia di Caltanissetta, dal GIP presso il Tribunale di Caltanissetta, nei confronti di soggetti resisi responsabili a vario titolo di numerosi reati quali: associazione per delinquere di stampo mafioso aggravata dall’essere l’organizzazione armata, estorsioni, danneggiamenti, associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti (cocaina, marijuna, hashish), detenzione e porto illegale di armi.

Il sodalizio criminale, che si avvaleva della forza di intimidazione derivante dall’appartenenza alla famiglia di “Cosa Nostra” di Enna, operava in prevalenza nell’area nord della provincia (Leonforte, Assoro) cercando di imporre il pagamento del “pizzo” e controllando, in regime di monopolio, il mercato della droga.

Nel corso dell’attività investigativa è stato scongiurato un omicidio e sono state sequestrate ingenti quantità di sostanze stupefacenti e armi da fuoco.

L’articolata e complessa attività investigativa condotta dalla Squadra Mobile della Questura di Enna e dal Commissariato di P.S. di Leonforte, in collaborazione con la Squadra Mobile della Questura di Catania, i Reparti Prevenzione Crimine di Palermo e Catania, le unità cinofile delle Questure di Catania e Palermo e della Polizia di Frontiera di Catania e del Reparto Volo di Palermo, trae origine dall’operazione denominata “Homo Novus” di cui ne è la naturale prosecuzione. Questa operazione nel 2014 aveva portato all’arresto e alla successiva condanna degli affiliati ad una neocostituita “famiglia” di “Cosa Nostra” di Leonforte (articolazione della tradizionale famiglia mafiosa ennese) facente capo a Giovanni Fiorenza ed ai figli.

Gli uomini della Squadra Mobile e del Commissariato di P.S. di Leonforte, coordinati dalla Procura Distrettuale Antimafia di Caltanissetta, hanno condotto le indagini per oltre un anno e mezzo mettendo in evidenza come i figli di Fiorenza, sebbene reclusi in carcere, non  siano rimasti inerti, ma abbiano diretto attivamente l’associazione criminale della famiglia mafiosa, dando precise disposizioni e direttive, anche a mezzo di comunicazioni epistolari (da qui il nome dell’operazione “Caput Silente”).

Il gruppo criminale smantellato cercava di assicurarsi il controllo del territorio mediante l’imposizione agli imprenditori locali della cosiddetta “messa a posto” e di gestire in regime di monopolio il traffico delle sostanze stupefacenti del tipo marijuana, hashish e cocaina. Le indagini, svolte mediante intercettazioni telefoniche, ambientali e di videoriprese, sono state supportate anche dai classici metodi investigativi, attività di appostamento e pedinamento. E’ stata così documentata la complessa e articolata attività criminosa. Innumerevoli le cessioni di stupefacente verso gli acquirenti e diversi gli episodi di danneggiamento, tra i quali spiccano quelli effettuati all’indirizzo di imprenditori appartenenti anche alla locale associazione Antiracket e quelli gravissimi consumati ai danni di due poliziotti in servizio presso la Squadra di Polizia Giudiziaria del Commissariato di Leonforte.

Il “modus operandi” della maggior parte dei danneggiamenti è consistito nel taglio delle gomme delle auto e nell’incisione della carrozzeria mediante solchi raffiguranti crocifissi. Ad un imprenditore sono state recapitate buste da lettera contenenti due proiettili con la richiesta del pagamento di un’ingente somma di denaro. Tutti metodi tipici delle organizzazioni mafiose.

Le attività criminali sono state intraprese in nome e per conto della “famiglia”, sia nel settore del traffico degli stupefacenti sia nel settore delle estorsioni.

 


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