Il primo saluto del direttore ai lettori di TeleNicosia

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Oggi con grande emozione, mi presento a voi tutti lettori come nuovo direttore della redazione di TeleNicosia.

Il mio cammino da giornalista è iniziato sulle pagine virtuali di questa testata, per cui saluto con grande tristezza, ma anche con infinita gratitudine, Cristina Barbera, un direttore che mi ha insegnato tanto e che sin dalla nascita del progetto ha creduto nelle potenzialità di TeleNicosia.

Chi sceglie il mestiere del giornalista sa che il rapporto di fiducia con il lettore va alimentato giorno dopo giorno. Ed un giornalista non dovrebbe limitarsi ad informare ma, rimanendo rispettoso dei fatti e delle persone, dovrebbe anche dare voce alla gente, senza pregiudizio, rimanendo con umiltà sempre aperto al confronto.

Recentemente, grazie ad un interessantissimo corso tenuto da Alberto Puliafito, ho avuto modo di riflettere ulteriormente sull’ importanza del “fact checking”, ovvero della verifica delle notizie. Viviamo un tempo difficile per il mondo dell’informazione, in cui ogni giorno un numero indeterminato di notizie ci viene servito in modo disordinato dal web, divulgato sui social ed imposto persino tramite messaggi privati. Oggi chiunque può fotografare o anche riprendere un fatto di cui è stato protagonista e divulgare in tempo reale tali contenuti sul web. In questo contesto di “Information overloading”, cioè di sovraccarico cognitivo, in cui veniamo raggiunti quotidianamente allo stesso momento sia dalle informazioni propriamente giornalistiche che da quelle pubblicitarie o di mero intrattenimento (basta pensare che in  60 secondi solo su facebook  vengono condivisi più di tre milioni di contenuti) un giornalista che scrive su una testata online vive la pressione della necessità di essere “più veloce” per scrivere prima di altri al fine di ritagliarsi uno spazio tra i tanti fornitori di contenuti. Ma a differenza di un qualunque altro fornitore di contenuti, il  giornalista persegue il fine non di  “dare velocemente un’ infomazione”, ma di “dare velocemente l’informazione corretta”. Per rispetto nei confronti del rapporto di fiducia con il proprio lettore, il giornalista non può prescindere dal processo di verifica delle informazioni. E tutto va verificato.

Voglio iniziare, quindi,  ad affrontare questo nuovo arduo compito con le parole di Indro Montanelli, da lui pronunziate durante l’ultima lezione di giornalismo tenuta all’Università di Torino il 12 maggio del 1997, perchè, per quanto l’autore preferisse la macchina da scrivere alla nuova tecnologia, per quanto faticasse a rapportarsi con il nuovo che avanzava, le trovo decisamente sempre valide ed attuali:

<<L’Italia, oltre ad aver sempre mescolato il serio con il futile, ha sempre preso il futile come l’unica cosa seria. E noi non facciamo che adeguarci, portando agli eccessi questa perversione del nostro costume.

Ma c’è di peggio. La televisione insegna ed apre la strada al protagonismo, che portato nel giornalismo ha effetti catastrofici. La televisione aizza quel pessimo incentivo tipico dei cattivi giornalisti, la ricerca a tutti i costi dello scoop.

Se qualcuno di voi vorrà fare questo mestiere, sfuggite alla tentazione dello scoop! Ricordate che esso è la scorciatoia dei somari. Consente di arrivare prima, ma male.

Il pubblico è uno strano animale, sembra uno che capisce poco ma si ricorda, e se vi giocate la sua fiducia siete perduti.  Questa fiducia bisogna conquistarsela seriamente e faticosamente, giorno per giorno. Questo non ci mette al riparo dall’errore, ma impone l’obbligo di denunziare noi stessi, quando ci accorgiamo dell’errore, e di chiedere scusa al lettore.

Se volete fare questo mestiere, ricordatevelo bene. È un mestiere che richiede molta umiltà, molta, e il protagonismo è in contrasto con questa legge fondamentale.>>

Maria Teresa La Via

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