A Nicosia presentato il libro “Mariano La Via Studi Etnolinguistici e Giuridici” – VIDEO

Condividi l'articolo su:

L’Ecomuseo Petra D’Asgotto con il patrocinio del Comune di Nicosia ha organizzato sabato 11 dicembre presso l’androne del palazzo comunale, la presentazione del libro “Mariano La Via Studi Etnolinguistici e Giuridici”, curato da Giovanni D’Urso e Salvatore Lo Pinzino.

La serata è stata introdotta dalla presidente dell’Ecomuseo Petra D’Asgotto di Nicosia, Pina La Giusa. E’ intervenuto anche il sindaco di Nicosia Luigi Bonelli, che nel suo intervento ha annunciato che l’aula consiliare, grazie alla proposta del Centro Studi della Uil, sarà presto intitolata proprio a Mariano La Via.

Giovanni D’Urso, presidente del comitato scientifico dell’Ecomuseo Petra D’Asgotto, ha illustrato la biografia di Mariano La Via. Nacque a Nicosia il 3 aprile 1868 e morì a Roma il 16 maggio 1931 fu un politico, avvocato e glottologo. Figlio del nobile Mariano senior e di Alfonsina Bonelli, era discendente dell’antica famiglia aristocratica dei La Via. Mariano La Via si laureò in giurisprudenza all’Università di Palermo. Fu amico e sodale collaboratore di Giuseppe Pitrè, storico di folclore e di tradizioni popolari in Sicilia, vicesegretario (1890) dell’Archivio storico siciliano, organo della Società Siciliana per la Storia Patria di Palermo, del quale Pitrè fu fra l’altro consigliere. Fu socio e vicebibliotecario del “Circolo giuridico” di Palermo, presieduto da Luigi Sampolo. Nel 1891 partecipò alle selezioni del concorso per la cattedra di Diritto amministrativo e Scienza dell’amministrazione nella Regia Università di Siena. Munito di una buona conoscenza linguistica, La Via divulgò due dei suoi scritti pioneristici che il glottologo Giacomo De Gregorio accolse come fondamentali per la conoscenza del “nicosiano”, oggi una minoranza etno-linguistica di interesse nazionale. Raccolse e studiò originali documenti del vernacolo nicosiano, alla ricerca di proverbi, novelle, giochi tradizionali, usi popolari, motti satirici e burleschi, testimonianze puntualmente riportate nei suoi scritti. Mariano La Via ebbe una rapida ascesa politica. Dapprima, negli anni 1902 e 1903, ricoprì l’incarico di Ispettore per i Monumenti e gli scavi di antichità del circondario di Nicosia. Quindi, fu membro effettivo del Consiglio Provinciale catanese nel 1905. Nello stesso anno fu nominato «prosindaco» di Nicosia. Fu, inoltre, per alcuni anni (1905-1909), il direttore responsabile della testata giornalistica L’Eco dei Monti, settimanale di Nicosia e del circondario, particolarmente polarizzato sulle sorti del tratto ferroviario Paternò-Nicosia e sul fenomeno migratorio. Assunse, fra l’altro, l’incarico di presidente del “Consorzio agrario cooperativo” di Nicosia, istituito nel 1907. Più tardi, ricoprì la carica di deputato del Regno d’Italia nel 1909 e nel 1913 per due legislature consecutive, eletto nel circondario di Nicosia. Ebbe 6 figli nati dal matrimonio con Aurora Pantano, nipote del ministro Edoardo Pantano, tra cui il primogenito Vincenzo La Via, allievo di Giovanni Gentile, divenne un filosofo rosminiano.

Salvatore Lo Pinzino, funzionario presso la Soprintendenza per i Beni culturali ed Ambientali di Enna, ha illustrato i contenuti del libro, come sono nate le ricerche e quali documenti e testi sono stati consultati per la stesura. Il libro suddiviso in due parti fondamentalmente si occupa degli studi giuridici di Mariano La Via e della sua passione per la lingua galloitalica di cui fu un pioniere ed uno dei primi studiosi.

Tra i relatori d’eccezione il professore Salvatore Carmelo Trovato, ordinario di Linguistica generale e Glottologia presso l’Università di Catania ed autore del “Vocabolario del dialetto galloitalico di Nicosia e Sperlinga”. Il suo intervento si è basato essenzialmente sull’origine della lingua  galloitalica e sugli studi che Mariano La Via durante la sua vita intraprese per dare lustro alla parlata nicosiana.

A corredo dell’evento quanti intervenuti hanno potuto ammirare un’esposizione di cartoline d’epoca curata dal collezionista Giuseppe Raspanti.

Durante la presentazione del libro la Società di Danza di Catania ha curato una serie di danze di tradizione ottocentesca, ballate con costumi d’epoca.

 


Condividi l'articolo su: