Campo Zagaria. Consegnato lo studio sulla caratterizzazione genetica di 41 varietà olivicole siciliane

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La mattina del 2 maggio i ricercatori del Dipartimento Agricoltura, Alimenti e Ambiente dell’università di Catania guidati dalla professoressa Alessandra Gentile hanno consegnato al commissario straordinario del Libero Consorzio di Enna, Girolamo Di Fazio, copia dello studio sulla caratterizzazione genetica molecolare del patrimonio olivicolo siciliano conservato nel campo di germoplasma dell’ulivo di Zagaria, di proprietà dell’Ente provincia.

La ricerca finanziata dall’Esa e commissionata allo Spin-off nasce da un accordo di collaborazione avviato con il Dipartimento e il Libero Consorzio con la finalità di verificare la rispondenza genetica delle varietà conservate allo scopo di confermarne l’identità, accrescerne le conoscenze ed escludere possibili omonimie in seno alle 41 varietà esaminate. Ancora una volta il campo di germoplasma dell’ulivo di Zagaria si conferma un laboratorio a cielo aperto richiamando l’attenzione del mondo accademico.

I risultati ottenuti dallo studio confermano – come ha annunciato la professoressa Gentile al commissario Di Fazio –  in maniera chiara l’unicità dei profili genetici delle varietà siciliane conservate attraverso l’impiego di marcatori molecolari microsatelliti. La caratterizzazione genetica rappresenta un requisito fondamentale per lo sviluppo di ulteriori programmi di ricerca volti al miglioramento genetico per ottenere piante sempre più resistenti alle fitopatologie, e che si adattino ai cambiamenti climatici“.

Uno studio che accresce l’importanza scientifica del campo di Zagaria e apre nuove prospettive. “Siamo particolarmente soddisfatti ed orgogliosi di come Zagaria mantenga alto l’interesse della ricerca – commenta Di Fazio – uno stimolo a rendere questo patrimonio dell’umanità sempre più accessibile alle attività scientifiche e sempre più condivise dal mondo accademico. Il mio auspicio è quello di avviare un rapporto di collaborazione, un dialogo aperto e costruttivo, con i quattro atenei siciliani, oltre che con gli istituti di ricerca già coinvolti, affinché il campo possa diventare un punto di riferimento per la conoscenza di nuove tecniche sostenibili necessarie allo sviluppo della filiera olivicola e alla salvaguardia dell’ambiente con ricadute economiche e sociali“.



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