Enna, 609esimo anniversario dell’ingresso in città della statua della patrona

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“A la Misericordia ada arrivatu e lu carru s’ha fermatu ogni cetu di persuni l’hanu juta a riscuntrari: cavaleri, sacerdoti, tutta quanta la mascianza nun la pottiru purtari;
la buntati di Maria di nuddru n’eppi fidi vozi essiri purtata di nuatri contadini”.

Ed eccoci al grande giorno: Il 29 Giugno! Il giorno dei Santi Pietro e Paolo o il giorno di “San Pitru i Roma” (per dirla come dicevano i nostri nonni); il giorno della più trepidante attesa per ogni ennese, perchè è oggi che il simulacro della Vergine Patrona viene svelato in tutto il suo splendore agli occhi di tutti i cittadini!

La statua della patrona è custodita durante tutto l’anno nella nicchia frontale della “Cappella dei marmi” (scrigno di arte scultorea settecentesca) e non è visibile agli ennesi in quanto nascosta da due porte raffiguranti rispettivamente la Visitazione e la Natività; dietro quest’ultima, infine, vi è la statua della patrona gia “vestita” di tutti i suoi innumerevoli gioielli, ex voto, e velata da un drappo di seta bianca sul quale, in filo d’oro, è ricamato il monogramma della Vergine.

I fedeli seguono il rito, tra lo scampanio e le acclamazioni dei confrati, e quando la statua è visibile a tutti, gli occhi di molti si imperlano di lacrime, di speranza, di preghiera….esattamente come seicentonove  anni fa: la mattina del 29 Giugno del 1412, infatti, il carro che trasportava la Madonna giunse alle pendici della città.

Si narra che, durante la notte, il conducente avesse fatto l’ultima sosta in contrada Calderai (dove ora sorge una chiesa, sempre dedicata alla Madonna) e pare che sia stato svegliato di soprassalto intorno alle due del mattino da un’ insolita alba, un evento mai visto (incredibile vedere il sole sorgere alle due) tanto che rimase in uso l’espressione “sta matina m’agghiurnò all’arba i quadarara”  (che indica quando ci si alza prestissimo).

Si dice che il sole sia sorto così presto proprio per consentire al carro di giungere in città entro la sera, ma il carro in verità  non arrivò mai in città.

Giunto al bivio Misericordia, infatti , il convoglio diventò pesantissimo per i buoi esausti dopo il lunghissimo viaggio e, sicuramente le impervie salite non apparvero alle bestie affatto incoraggianti; allora,  tutti i nobili, i dignitari, il clero decisero di portare trionfalmente a piedi la patrona in città. Intanto, i contadini che sporchi, scalzi e sudati trebbiavano rimasero ad osservare stupefatti quanto accadeva.

Nessuno dei ” patrizi” ennesi, tuttavia, riuscì a rimuovere dal carro la statua della Patrona, malgrado innumerevoli tentativi; fu così che accorsero quei contadini, “i viddrani”, gli ultimi, quelli che erano tenuti lontani da tutti e da tutto,   ma non dalla Misericordia della Vergine Santa che scelse loro per essere portata in città!

 

 

 

Mario La Torre
Foto di Martina Melfa

 


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