A Gangi, ogni anno, il lunedì dopo Pentecoste, si rinnova una tradizione che affonda le radici in oltre quattro secoli di storia: la processione dedicata allo Spirito Santo.
Questo evento sacro, che richiama migliaia di fedeli da tutta la Sicilia, è un momento di profonda devozione e di celebrazione della terza figura della Trinità.
Il punto di partenza della processione è la Chiesa Madre, situata nella parte alta del borgo, da cui i fedeli si incamminano verso il Santuario dello Spirito Santo, posto alle pendici del Monte Marone. La scelta di questo percorso non è casuale; rappresenta simbolicamente un cammino di ascesa spirituale verso il divino. Molti dei partecipanti compiono il tragitto a piedi scalzi, un gesto di penitenza e umiltà che testimonia la loro intensa fede.
Un momento emozionante vissuto durante la processione avviene davanti al sacrato del Santuario ed è noto come “a cursa e i miracula di santi”. Durante questo rito, quaranta statue di noti Santi, capolavori dell’arte sacra siciliana, vengono portate in spalla dai fedeli. Molte tra le statue sono opere di Filippo Quattrocchi, scultore di Gangi vissuto nel XVIII secolo, il cui talento nel lavorare il legno è riconosciuto ancora oggi.
I portatori, con grande sforzo fisico e spirituale, corrono avanti e indietro per tre volte, inneggiando allo Spirito Santo e invocando la Divina Misericordia.
La frase rituale “E gridamu tutti viva San (seguito dal nome del Santo portato a spalla) e lu Spirdu Santu, e la Misericordia di Dia” riecheggia tra i partecipanti, creando un’atmosfera di intensa partecipazione collettiva.
La processione segue un rigido protocollo che assegna il posto ad ogni statua secondo l’ordine di antichità delle confraternite partecipanti. Questo sistema vede la confraternita più giovane aprire la processione, mentre quella più antica, che è la confraternita del Santissimo Salvatore, chiude il lungo corteo sacro. Questo ordine non è dettato solo dalla tradizione, ma riflette anche il rispetto e la continuità della fede tramandata di generazione in generazione.
La cerimonia si conclude con la benedizione impartita dal vicario della Diocesi di Cefalù, seguita dallo spettacolo pirotecnico e dunque da momenti di gioia e di luce, simbolo della presenza vivificante dello Spirito Santo tra i fedeli, unendo il sacro al festoso in un connubio di fede e cultura.
La processione dello Spirito Santo a Gangi non è solo un evento religioso, ma rappresenta un patrimonio culturale che esprime l’identità e la storia della comunità. Questa celebrazione, che ha resistito alla prova del tempo, offre spunti di riflessione sul ruolo della tradizione nella società contemporanea. In un mondo sempre più globalizzato e digitale, eventi come questo ci ricordano l’importanza delle radici e della trasmissione dei valori spirituali e culturali.
La devozione dei fedeli che partecipano alla processione, tramandata di famiglia in famiglia, è un esempio tangibile di come la fede possa essere un filo conduttore che unisce le generazioni. La corsa dei Santi, con il suo carico di simbolismo e di sacrificio, ci invita a riflettere sul significato della comunità, del sostegno reciproco e della speranza nel divino.
Maria Teresa La Via
![Il culto dello Spirito Santo a Gangi: una tradizione plurisecolare di fede e devozione - VIDEO 2 56691460 10212942943040767 2132013175799808000 n](https://i0.wp.com/www.telenicosia.it/wp-content/uploads/2020/07/56691460_10212942943040767_2132013175799808000_n.jpg?resize=100%2C100&ssl=1)
Maria Teresa La Via, giornalista nata a Nicosia, attuale direttore di TeleNicosia