Il Giro d’Italia 2020: il Giro delle sorprese

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Si è conclusa da qualche settimana l’edizione del Giro d’Italia 2020 e le sorprese non sono mancate. A seguito di tre settimane caratterizzate da cadute, polemiche e mille difficoltà per la difficile situazione sanitaria che sta affliggendo il nostro Paese, a trionfare è stato il britannico Tao Geoghegan Hart (come ha rivelato lui stesso si pronuncia Teo Goghen’Hart) che è riuscito a sopravanzare di pochi secondi l’australiano Hindley, una delle più grandi rivelazioni di questa edizione.

A vincere è ancora una volta un corridore del team INEOS

La stragrande maggioranza degli addetti ai lavori aveva individuato i corridori del Team INEOS tra i possibili favoriti per la vittoria finale del Giro, ma l’attenzione di tutti si era concentrata sul britannico Geraint Thomas, già vincitore del Tour de France nel 2018. Nella terza tappa in terra siciliana, tuttavia, Thomas ha subito ben due cadute che dapprima gli sono costate più di 10 minuti di distacco dal gruppo dei migliori e, poi, l’hanno costretto al ritiro anticipato. Il capitano della INEOS è quindi diventato il britannico Geoghegan Hart che si è dimostrato un ciclista di primo livello, sia nelle tappe di montagna che nell’ultima tappa a cronometro. Come se non bastasse, il team britannico si porta a casa anche le quattro vittorie del nostro Filippo Ganna, tre a cronometro e una in un tappa di linea, confermando una volta di più di essere per distacco la squadra più forte. Proprio il nostro Filippo, dopo aver vinto la Cronometro nella prova contro il tempo ai Mondiali andati in scena a Imola, ci fa ben sperare in ottica futura. Le sue doti nelle prove contro il tempo sono sotto gli occhi di tutti, ma la sensazione è che nel prossimo futuro Pippo possa anche reinventarsi come un ottimo “passista-scalatore” in grado di competere sia per la vittoria di uno dei Grandi Giri che per le Grandi Classiche. Questa stagione del ciclismo così particolare e inedita è ormai giunta a conclusione ma l’attenzione di tutti è già rivolta verso la prossima edizione del Tour de France 2021, il cui percorso è stato svelato in questi giorni. A differenza di altri sport come la Formula 1 in cui all’11 novembre, dando un’occhiata alle scommesse sportive , a quota 1,10, Hamilton è ancora una volta il favorito indiscusso per la vittoria del campionato, il ciclismo ci riserva sempre sorprese a non finire e non vediamo l’ora di scoprire chi alla fine tra i vari Pogačar, Bernal, Roglič, Froome ed Evenepoel riuscirà a portarsi a casa la Grande Boucle, il Giro o la Vuelta.

Nibali non ha più la gamba dei giorni migliori

Se, da un lato, gli appassionati di ciclismo hanno potuto gioire delle imprese di Filippo Ganna, dall’altro in molti sono rimasti delusi dalla prestazione di Vincenzo Nibali. Nonostante non sia riuscito a tenere il passo dei più forti, lo Squalo dello Stretto si è comunque difeso più che dignitosamente, chiudendo la classifica generale al settimo posto e confermandosi ancora una volta il migliore degli italiani in gara. A 36 anni suonati il messinese non riesce più a tenere il passo di ragazzi di 10, a volte 15, anni più giovani di lui soprattutto nelle corse di tre settimane, ma la sensazione è che Vincenzo potrà togliersi ancora delle belle soddisfazioni sia in ottica vittoria di tappa che nelle Grandi Classiche di un giorno. Perché, è bene ricordato una volta di più, la classe assoluta di Nibali non potrà mai essere messa in discussione. Per rispondere alle critiche gratuite piovute da più fronti basterebbe leggere il palmarès del siciliano che in carriera ha vinto due Giri d’Italia, nel 2013 e nel 2016, un Tour del France nel 2014 e una Vuelta di Spagna nel 2010. Nibali è inoltre uno dei quattro ciclisti nella storia, in compagnia di gente del calibro di Merckx, Gimondi e Hinault, ad aver vinto almeno una volta in carriera tutti e tre i grandi giri e due classiche monumento: nello specifico il Giro di Lombardia nel 2015 e nel 2017, la Milano-Sanremo nel 2018, due Tirreno-Adriatico nel 2012 e nel 2013 e due campionati italiani di linea nel 2014 e nel 2015. Numeri che lo proiettano di diritto nella storia di questo sport ma che, se possibile, non ci raccontano appieno la grandezza di un campione dalla classe infinita, capace di segnare delle pagine bellissime di questo sport come pochi altri corridori nella storia.

Il Giro si è da poco concluso e i ciclisti si godono il meritato riposo dopo un anno così particolare. L’attenzione di tutti gli appassionati è già rivolta verso la prossima stagione con l’augurio che possa svolgersi con più serenità rispetto a quella appena terminata.

 

 

 


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