La Corte di Cassazione conferma la condanna dell’ASP di Enna: risarcimento danni per l’abuso dei turni medici all’ospedale di Nicosia

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La Corte di Cassazione ha emesso tre sentenze il 4 gennaio confermando la condanna dell’Azienda Sanitaria Provinciale (ASP) di Enna al risarcimento dei danni alla salute in favore di tre medici dell’ospedale di Nicosia, difesi davanti alla Suprema Corte dall’avv. Giuseppe Agozzino.

La sentenza della Corte di Cassazione rigetta il ricorso presentato dall’ASP, confermando le tre precedenti sentenze della Corte di Appello di Caltanissetta. Queste sentenze si basano sul principio secondo il quale le aziende sanitarie non devono abusare dei turni di pronta disponibilità del personale per colmare le carenze organizzative dell’ente.

La questione dei turni di pronta disponibilità è ampiamente conosciuta, con il contratto collettivo che stabilisce l’uso “di regola” del servizio per non più di 10 volte al mese per ciascun medico. Tuttavia, questo limite può essere superato per esigenze di servizio, a condizione che ciò non si traduca in un “abuso” dell’orario a turni a scapito della salute dei medici, con la conseguente responsabilità dell’ASP di risarcire i danni.

Secondo i giudici di legittimità, lo svolgimento sistematico e smodato dei turni di pronta disponibilità, soprattutto se non bilanciato da riposi compensativi durante i turni festivi, può causare notevole stress psicofisico. Questo stress può avere ripercussioni sia sulla qualità del lavoro svolto che sulla vita privata e relazionale del medico. La Cassazione ha ribadito il principio che l’abuso si verifica quando c’è un “irragionevole ricorso all’istituto della pronta disponibilità in ragione del numero complessivo di servizi richiesti e/o per manifesta inesistenza delle relative esigenze“.



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