ROMA (ITALPRESS) – Lotta alla corruzione, a che punto sono Italia ed Europa? UnitelmaSapienza, assieme alle associazioni Libenter e Demetra, ha promosso una giornata di studi con professori ed esperti su attualità e prospettive del sistema di contrasto alla corruzione nelle dimensioni interna ed europea, partendo dalle proposte di riforma attualmente in discussione in Italia e in Europa, sui versanti preventivo e repressivo.
“Il ruolo dell’università è quello di promuovere la ricerca e il confronto e quale migliore occasione quella di oggi per farlo – ha detto Bruno Botta, rettore di UnitelmaSapienza – è giusto confrontarci su temi così complessi, è importante dare tutti il nostro contributo e sarebbe bene capire che bisogna crescere anche in un altro modo, se noi ci comportiamo bene il nostro paese ne gioverà”.
Tra le riforme in cantiere a livello europeo c’è la proposta di direttiva anticorruzione, a livello nazionale c’è il disegno di legge di riforma dei reati di abuso d’ufficio e traffico di influenze illecite. Il Senato ha dato via libera, in prima lettura alla riforma Nordio: “Dal punto di vista penalistico interviene su due fattispecie di reato: l’abuso d’ufficio di cui propone l’abolizione – ha spiegato Vincenzo Mongillo, professore ordinario di Diritto penale di UnitelmaSapienza – e il traffico di influenze illecite. Questa prospettiva dimostra la difficoltà del legislatore di trovare un punto di equilibrio. Nel caso dell’abuso di ufficio il problema è legato a fin dove si può spingere il controllo della magistratura. La fattispecie del traffico di influenze illecite è stata introdotta con la legge Severino, e ha avuto già un vissuto abbastanza travagliato. La difficoltà è quella di trovare un punto di equilibrio tra le due fattispecie, la soluzione che ha attualmente trovato il legislatore consiste nel rimuovere il problema, eliminando l’abuso d’ufficio e riducendo il traffico di influenze”.
Sul contrasto alla corruzione “abbiamo un apparato di norme molto ampio e complesso”, le parole di Bartolomeo Romano, professore ordinario di diritto Penale dell’Università di Palermo, consigliere giuridico del ministro della Giustizia, Carlo Nordio
“che danno modo alla magistratura di indagare e ci sono anche una serie di norme che prevedono la fase preventiva di controllo della corruzione. In tal senso il lavoro che sta facendo il ministero è anche quello di semplificare sfrondando da fattispecie inutili che non riescono a conseguire l’obiettivo come l’abuso di ufficio”.
Enrico Carloni, professore ordinario di diritto Amministrativo dell’università di Perugia ha ricordato che “negli anni passati si è puntato molto sulla prevenzione amministrativa della corruzione, negli ultimi anni si è assistito ad un indebolimento e soprattutto in questa fase ad un rallentamento sul lato repressivo”.
Dall’Unione Europea arrivano interventi più severi per il contrasto del fenomeno “quella della direttiva europea è un’ottima occasione non soltanto per valutare a che punto sia l’Unione Europea sul contrasto alla corruzione ma anche per un aggiornamento di norme che risalgono agli anni ’90 – ha commentato Nicoletta Parisi, Università Cattolica -. Il secolo scorso, quindi sono molte arretrate e per fare il punto della situazione anche sullo stato della strategia della prevenzione alla corruzione, di contrasto, di prevenzione nell’ordinamento italiano che dovrebbe uniformarsi al diritto dell’Unione Europea”.
“Il ruolo dell’università è quello di promuovere la ricerca e il confronto e quale migliore occasione quella di oggi per farlo – ha detto Bruno Botta, rettore di UnitelmaSapienza – è giusto confrontarci su temi così complessi, è importante dare tutti il nostro contributo e sarebbe bene capire che bisogna crescere anche in un altro modo, se noi ci comportiamo bene il nostro paese ne gioverà”.
Tra le riforme in cantiere a livello europeo c’è la proposta di direttiva anticorruzione, a livello nazionale c’è il disegno di legge di riforma dei reati di abuso d’ufficio e traffico di influenze illecite. Il Senato ha dato via libera, in prima lettura alla riforma Nordio: “Dal punto di vista penalistico interviene su due fattispecie di reato: l’abuso d’ufficio di cui propone l’abolizione – ha spiegato Vincenzo Mongillo, professore ordinario di Diritto penale di UnitelmaSapienza – e il traffico di influenze illecite. Questa prospettiva dimostra la difficoltà del legislatore di trovare un punto di equilibrio. Nel caso dell’abuso di ufficio il problema è legato a fin dove si può spingere il controllo della magistratura. La fattispecie del traffico di influenze illecite è stata introdotta con la legge Severino, e ha avuto già un vissuto abbastanza travagliato. La difficoltà è quella di trovare un punto di equilibrio tra le due fattispecie, la soluzione che ha attualmente trovato il legislatore consiste nel rimuovere il problema, eliminando l’abuso d’ufficio e riducendo il traffico di influenze”.
Sul contrasto alla corruzione “abbiamo un apparato di norme molto ampio e complesso”, le parole di Bartolomeo Romano, professore ordinario di diritto Penale dell’Università di Palermo, consigliere giuridico del ministro della Giustizia, Carlo Nordio
“che danno modo alla magistratura di indagare e ci sono anche una serie di norme che prevedono la fase preventiva di controllo della corruzione. In tal senso il lavoro che sta facendo il ministero è anche quello di semplificare sfrondando da fattispecie inutili che non riescono a conseguire l’obiettivo come l’abuso di ufficio”.
Enrico Carloni, professore ordinario di diritto Amministrativo dell’università di Perugia ha ricordato che “negli anni passati si è puntato molto sulla prevenzione amministrativa della corruzione, negli ultimi anni si è assistito ad un indebolimento e soprattutto in questa fase ad un rallentamento sul lato repressivo”.
Dall’Unione Europea arrivano interventi più severi per il contrasto del fenomeno “quella della direttiva europea è un’ottima occasione non soltanto per valutare a che punto sia l’Unione Europea sul contrasto alla corruzione ma anche per un aggiornamento di norme che risalgono agli anni ’90 – ha commentato Nicoletta Parisi, Università Cattolica -. Il secolo scorso, quindi sono molte arretrate e per fare il punto della situazione anche sullo stato della strategia della prevenzione alla corruzione, di contrasto, di prevenzione nell’ordinamento italiano che dovrebbe uniformarsi al diritto dell’Unione Europea”.
– foto Italpress –
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