I pellegrini Jacobei di Cerami

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Da tempo ormai immemorabile, nel mese di luglio di ogni anno, partono da Cerami non pochi pellegrini alla volta di Capizzi, paese confinante in cui fervono nel mese di luglio i festeggiamenti in onore di San Giacomo Maggiore Apostolo.

Non si hanno precise notizie sulla nascita di questo pellegrinaggio, o più popolarmente detto “u viaggiu a Sagnapicu”. Pare che sia un cammino di secolare tradizione, che probabilmente affonda le sue radici su ciò che più comunemente avviene tra due realtà vicine e cioè che gli abitanti sono spesso convolati a nozze tra loro. Potrebbe essere questa la conseguenza per cui sia nato questo cammino: molti capitini e capitine, che si sono spostati a Cerami per creare un nuovo nucleo familiare, saranno stati spinti dal desiderio di recarsi nella loro città natale nei giorni della festa e di compiere un pellegrinaggio così come in uso nel loro paese all’alba del 25 luglio. Motivazioni storiche ben più certe vedono invece il luogo di culto Jacobeo Capitino come una grossa meta di pellegrinaggi da parte dei paesi limitrofi, motivo per cui può darsi che sin dai tempi antichi numerosi ceramesi affrontavano un viaggio a piedi verso Capizzi.

Quello che è certo è che gli anziani del paese ci raccontano di questo cammino secolare che da Cerami porta numerosi pellegrini a Capizzi. Le testimonianze verbali hanno così da sempre stimolato nuove generazioni ad affrontare questo viaggio ed ancora oggi, in questi giorni, partono da Cerami devoti del Santo Apostolo per rendergli omaggio e ringraziare Dio per l’intercessione di San Giacomo.

In questi due anni la pandemia non ha fermato il flusso dei fedeli, anche se ha apportato notevoli modifiche per via delle disposizioni anti contagio. Tradizionalmente, però, almeno negli ultimi decenni, il viaggio a san Giacomo viene effettuato nel pomeriggio del 24 luglio. C’è da dire che, nel corso del tempo, il viaggio ha assunto delle caratteristiche particolari ed il gruppo ha via via cercato di coordinare al meglio lo spostamento da un paese all’altro. Fino a non molto tempo fa infatti il pellegrinaggio avveniva nelle ore notturne tra il 24 e il 25 luglio, con l’arrivo dei pellegrini presso il Santuario di San Giacomo all’alba, quasi in coincidenza col viaggio per le vie del paese effettuato dai capitini. Purtoppo le difficoltà riscontrate dei gruppi che partivano avevano quasi del tutto fatto diminuire l’afflusso di partecipanti e per pochissimi anni quasi la tradizione rischiò di interrompersi. Spesso, percorrendo in notturno la trazzera che da Cerami porta a Capizzi, erano avvenuti spiacevoli incidenti, con gente che rischiò l’ospedalizzazione; non poche erano poi le paure per gli animali selvatici che colsero alcune volte di sorpresa i malcapitati pellegrini.

Successivamente il forte legame di alcuni giovani,  che in famiglia hanno almeno un familiare di origine capitina, se non addirittura due, ha fatto si che si creasse un’alternativa per il recupero della tradizione. Inizialmente uno di questi giovani sperimentò la partenza all’imbrunire del 24 luglio e negli anni a seguire la scelta ebbe così successo anche presso molti ceramesi che, pur senza discendenza familiare di origine capitina, ripresero così a ripercorrere l’antica via da Cerami a Capizzi, con tanta devozione.

Numerosi sono stati i gruppi di pellegrini partecipanti che negli anni  sono cresciuti e che spesso a sono nati, a livello organizzativo, all’interno dei vari quartieri ceramesi. In particolar modo due gruppi hanno sempre tenuto una costante partecipazione, quello del quartiere Carmine e quello di San Biagio.   L’accrescersi poi del numero dei pellegrini ha portato a sorpassare il modello di partenza a gruppi singoli in favore di una unità del gruppo pellegrini ed anche per via di una  maggiore senso comunitario.

Se all’inizio di questa nuova fase tutti i gruppi usavano radunarsi presso la chiesa di San Biagio per poi partire da lì intorno alle ore 18, oggi la consuetudine è stata ancor più completata per via dell’interessamento di alcuni giovani pellegrini che in maniera indiretta hanno creato un coordinamento col nome di “Pellegrini Jacobei di Cerami”. Tale espediente ha permesso di partire con maggiore consapevolezza  alla luce degli insegnamenti cristiani. Le ultime edizioni del viaggio a san Giacomo, prima di questi due anni di pandemia, hanno visto, ad esempio, l’introduzione di riti sotto la guida dei sacerdoti delle due parrocchie, quella Ceramese e quella Capitina. I pellegrini infatti, nei giorni precedenti al pellegrinaggio, si accostano ai sacramenti e prima di partire partecipano alla Santa Messa presso la chiesa di Sant’Antonio Abate, facendo coincidere così la partenza da quest’ultima chiesa, che guarda caso in questo periodo si trova in festa per via dei festeggiamenti del Santo titolare. Da lì ci si avvia verso la contrada san Leonardo per imboccare la trazzera Cerami-Capizzi che i pellegrini ceramesi percorreranno pregando e cantando in due ore e mezza di viaggio. All’arrivo al Santuario, coincidente con la processione delle Reliquie di San Giacomo i pellegrini riescono pure a partecipare ai Solenni Vespri per poi ricevere la benedizione con le Sacre Reliquie.

Straordinaria e genuina, e va sottolineata, l’accoglienza che sin dai tempi dell’Arciprete Luigi Cardella di Capizzi si è avuta nei confronti dei pellegrini jacobei di cerami, accoglienza peraltro coadiuvata prima dall’associazione San Francesco d’Assisi e negli ultimi due anni dalla Segreteria del Santuario sotto la guida del nuovo parroco. Non è da nascondere, e molti pellegrini lo hanno sperimentato, che tale cosa ha però spesso tolto quell’incontro intimo col santo che si aveva arrivando davanti all’altare, suscitando anche a volte una spettacolarizzazione di questo momento da entrambe le parti.

Tuttavia la pandemia e le norme anticontagio, raccomandate dalle autorità civili, militari ed ecclesiastiche, hanno spostato l’ago della bilancia riportando i pellegrini a muoversi in piccoli gruppi separati ed in giornate diverse. Nell’attuale anno ad esempio i piccoli gruppi hanno iniziato il loro pellegrinaggio sin da giorno 16 luglio, per l’inizio della novena a San Giacomo e ve ne saranno sino a giorno 26, giornata in cui si sarebbe svolta la processione di San Giacomo per le vie di Capizzi.

Le prospettive future delle modalità di svolgimento del viaggio non si possono ancora sapere, certamente ci si augura di tornare nuovamente a partire tutti insieme, si pensi che nel 2019 il gruppo dei pellegrini jacobei in viaggio fu di 160 persone, e di trovare rinnovati modi per giungere al santuario con più fede e devozione, eliminando alcuni pietismi che trovano spazio solo nella spettacolarizzazione di quelli che invece dovrebbero essere sentimenti più intimi e cercando comunque di portare nel cuore la devozione vera,  la fratellanza tra le due comunità e la conversione del cuore.

I Pellegrini Jacobei di Cerami

 


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