A Cerami presentato il libro “Giove Ionico”, racconto appassionato di tradizioni antiche, di vita di provincia, di amori, lotte e riscatti sociali

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C’è una storia, bella ed accattivante, che racconta il legame con le origini, le tradizioni, i ricordi di fatti, personaggi, abitudini e usanze non troppo lontani nel tempo, con la trovata fantastica di darci uno spaccato di rapporti sociali, gioiosi o tristi, di trascorsi vissuti, tra povertà e ricchezza, nel corso di circa un secolo vissuto per lo più nell’entroterra siciliano.

Tutto ciò, assieme ad altre valenze sociali e culturali, si ritrova in “Giove Ionico”, che dà il titolo al libro, in magnifico stile narrativo, frutto dell’autore ennese, scrittore giornalista, Nunzio Primavera.

La presentazione del bel libro si tenuta presso il ristrutturato oratorio della chiesa di san Sebastiano, nell’ambito degli eventi organizzati dall’omonima confraternita in onore del Martire, protettore della cittadina ceramese.

Sono intervenuti: il Superiore della confraternita, Luciano Anello, il sindaco Silvestro Chiovetta, il dr. Nino Sutera, promotore dell’iniziativa, nonché dirigente del Consiglio direttivo del “Forum (Lombardia) delle Associazioni Familiari”. Ha dialogato con l’autore l’appassionata ricercatrice filologa, dott.ssa Nuccia Schillaci.

“Giove Ionico”, che comincia con la storia di una “fuitina”, non è solo la vicenda di una “fuga d’amore” –ha detto Nuccia Schillaci, rivolgendosi all’autore– è un libro di chi ama la propria terra, raccontata attraverso la storia di una famiglia, la famiglia D’Asaro, che qui vive e percorre un secolo di vita, che è sì storia locale ma anche storia che si intreccia con le  vicende dell’Italia, delle lotte contadine, delle aspirazioni della classe operaia (bramosa di riforme per liberarsi dal sottosviluppo), delle istanze emancipatorie delle donne rivendicanti l’uguaglianza e la parità tra i sessi”.

 “Sullo sfondo del libro –ha detto nella riflessione dei suoi interventi lo scrittore, Nunzio Primavera– c’è lo scopo di sensibilizzare maggiormente i giovani ai problemi dello sviluppo, alla conservazione delle tradizioni, dei beni culturali e monumentali del territorio di appartenenza”.

“Valorizzare i Comuni interni con interventi che vanno dalle politiche sociali a quelle culturali, dalle infrastrutture alla riqualificazione dei centri storici –ha sottolineato e avvertito nel suo intervento il giornalista, Silvano Privitera– è uno degli obiettivi delle “Nuove aree interne” istituite, cui sono assegnate ingenti risorse finanziarie che i nostri comuni non possono, non devono perdere. Anche per potenziare ancora di più il contrasto all’emigrazione giovanile, alla marginalità di territori che rischiano di spopolarsi e dove la popolazione diminuisce ed invecchia”.

I momenti del dibattito sono stati intervallati e impreziositi con letture di pagine del libro. Protagoniste della serata le giovani, Ilaria Testa e Giorgia Loibiso, accompagnate dalla melodiosa ed eccelsa chitarrista, Lavinia Intili.

La serata culturale ha offerto anche spunto a Giovanni Sutera, agronomo dirigente regionale Ispettorato dell’Agricoltura, per parlare di leggi della Riforma Agraria (1950-2020), leggi che furono l’esito di un imponente movimento popolare che impegnò donne e uomini nel dopoguerra per rivendicare il diritto alla terra di fronte ai grandi proprietari terrieri, eredi di un sistema latifondistico soprattutto al Sud Italia.

“Oggi la condizione socio-economica del Paese è completamente diversa –ha illustrato Giovanni Sutera– ma per certi aspetti bisognosa di una nuova riforma. Dopo anni segnati da un costante calo del numero di addetti e da una forte marginalizzazione delle aree rurali, sta riemergendo la consapevolezza che l’agricoltura deve essere centrale, fornendo terra e servizi di sostegno a famiglie di agricoltori”.

L’autore scrittore di “Giove Ionico”, nel congedarsi, apprezzato e calorosamente applaudito, ha espresso: “Fisserò questa serata d’incontro nella mia mente, nel mio cuore, in quel posto dove si conservano le amicizie, i ricordi più cari, più belli, le emozioni più sincere”.

Carmelo Loibiso



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