Archiviato il procedimento nei confronti dell’ex consigliere comunale Salvatore Vega, la procura di Enna non ha riscontrato alcun reato

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Il giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Enna, Giuseppe Noto, ha emesso un decreto di archiviazione del procedimento a carico dell’ex consigliere comunale Salvatore Vega, accusato del reato di istigazione a delinquere. Nel procedimento erano state coinvolte altre cinque persone, anche per loro il procedimento è stato archiviato.

Il pubblico ministero Domenico Cattano, sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Enna, dopo le indagini condotte dalla Tenenza della Guardia di Finanza di Nicosia, non ha riscontrato alcun reato commesso dagli indagati ed ha chiesto al gip l’archiviazione. Il decreto è stato emesso nel mese di aprile 2021, ma solo adeso si è avuta contezza della notizia.

Il procedimento per il quale l’ex consigliere comunale Salvatore Vega era stato indagato, risaliva al mese di aprile 2020, durante il periodo di lockdown a causa della pandemia da Covid-19. In quella fase drammatica, il Comune di Nicosia aveva pubblicato un bando per assegnare dei buoni alimentari a persone indigenti. Nello stesso periodo era stato diffuso un audio attraverso il quale il consigliere Vega aveva invitato i membri di un gruppo whatsapp denominato “pochi ma spero buoni” a presentare domanda per acquisire i buoni spesa. La Guardia di Finanza di Nicosia aveva acquisito il messaggio vocale. A questo invito avevano aderito cinque persone del gruppo whatsapp, che dopo aver presentato la domanda avevano ricevuto i buoni spesa.

Al consigliere Vega venne contestato il reato previsto dall’articolo 414 del codice penale, ovvero l’istigazione a delinquere. Secondo l’accusa, con artifici o raggiri avrebbe indotto queste persone a dichiarare al Comune di Nicosia dei falsi requisiti per ottenere benefici, ovvero di “versare in stato di bisogno e non disporre di liquidità sufficiente a soddisfare bisogni primari”.

Dalle indagini sulle consistenze patrimoniali degli indagati è emerso che nessuno di questi poteva considerarsi nullatenente e che i requisiti richiesti dall’avviso pubblicato dal Comune di Nicosia permettevano di far rientrare nei parametri indicati il più ampio numero di richiedenti. In definitiva, in presenza di requisiti generici e privi di una specifica determinazione sulla soglia patrimoniale da considerare al fine di accertare un momentaneo stato di indigenza, coloro che presentavano la domanda non dichiaravano il falso. Conseguentemente, in assenza di riscontro circa la consumazione del reato, il pubblico ministero ha ritenuto non configurabile il reato di istigazione. In pratica, il consigliere Vega nel suo audio ripeteva con parole sue e semplificando i criteri previsti dal bando comunale. Secondo l’articolo 115 del codice penale anche nel caso in cui più persone si accordino allo scopo di commettere un reato, se questo poi non viene commesso, nessuna di esse  punibile per il solo accordo.

Si conclude una vicenda che aveva suscitato enorme clamore in città, con accuse da parte dell’opinione pubblica nei confronti dell’allora consigliere Vega. Una delle conseguenze fu di natura politica in quanto a causa dell’apertura del procedimento penale Salvatore Vega si vide costretto a non candidarsi alle elezioni amministrative dell’ottobre 2020.

 


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