Enna, in scena lo spettacolo teatrale “Tutto quello che volevo. Storia di una sentenza”

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La rete dei CPO della Regione siciliana congiuntamente al Comitato Pari Opportunità dell’Ordine degli Avvocati di Enna, con la collaborazione dell’Università degli Studi di Enna Kore – Scuola di specializzazione delle professioni legali, con il contributo e il sostegno del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Enna, dell’Unione degli Ordini Forensi di Sicilia, del CPO di Caltanissetta e del CPO di Gela, nonché con il patrocinio del Comune di Enna, della Camera Penale di Enna e dell’Associazione Giovani Avvocati di Enna, ha organizzato il 9 febbraio l’evento formativo: “Tutto quello che volevo. Storia di una sentenza” Il linguaggio nel processo.

Questo evento formativo, fortemente voluto dalla presidente del CPO di Enna, avv. Savina Giunta, ha avuto inizio con la messa in scena dello spettacolo teatrale che trae origine da un fatto di cronaca avvenuto qualche anno fa, quando scoppiò il caso delle “baby squillo” dei Parioli. In quel quartiere alto borghese romano, due ragazze liceali minorenni, una di 14 e l’altra di 15 anni, dopo la scuola, si prostituivano per soldi, in uno squallido scantinato dei Parioli, assoldate da uno sfruttatore.

L’indagine coinvolse più di 60 clienti, annoverati fra famosi professionisti, tra cui insospettabili padri di famiglia.

I media dell’epoca hanno fortemente inquinato la lettura collettiva della vicenda. Infatti, i termini usati anziché mettere in luce i reati compiuti da uomini adulti (dallo sfruttamento della prostituzione ad avere rapporti sessuali con minorenni), hanno fatto ricadere la colpa sulle due giovani vittime, rendendole vittime una seconda volta.

In scena la protagonista, Cinzia Spanò, diventa sul palco la giudice Paola Di Nicola Travaglini ed attraversa i suoi dubbi. La quattordicenne aveva, per denaro, con l’illusione di poter comprare con quello “tutto quello che volevo”, barattato la sua dignità, la sua adolescenza. Com’è possibile, si chiede la giudice, risarcire quello che ha barattato per denaro con altro denaro a titolo di indennizzo? Ciò non avvalorerebbe in lei l’idea che tutto è monetizzabile, anche la dignità? Come restituirle la dignità di donna? Per tali ragioni la giudice con una sentenza rivoluzionaria stabilisce che il danno alla dignità della ragazzina non sia risarcito in denaro, ma in libri. Sentenza questa che per la sua originalità e storia ha fatto il giro di tutto il mondo.

Allo spettacolo teatrale segue nel pomeriggio, presso l’Università Kore, la lectio magistralis della dott.ssa Paola Di Nicola Travaglini, consigliera di Cassazione ed autrice della suddetta sentenza.

Questo duplice evento formativo vede coinvolti gli avvocati, avvocate, ma anche gli studenti degli istituti superiori nonché gli studenti del quinto anno della facoltà di Giurisprudenza con lo scopo di approfondire la riflessione sui meccanismi culturali che hanno contribuito a creare l’immagine della donna merce, sullo sfondo di una società che ha monetizzato tutto, finanche la dignità.

L’avv. Sabina Giunta, presidente del Comitato Pari Opportunità degli Avvocati di Enna, ringrazia di cuore il presidente del COA di Enna Giuseppe Milano, il presidente del Unione degli Ordini Forensi di Sicilia, avv. Rosario Pizzino, la presidente Rete CPO Sicilia avv. Adele Pipitone, il presidente del CPO di Caltanissetta avv. Salvatore Saia, il presidente del CPO di Gela Emanuele Maniglia, il professore avv. Filippo Romeo, l’assessore alla Cultura Giuseppe La Porta del Comune di Enna, che l’hanno sostenuta nel portare avanti questo ambizioso progetto che ha visto partecipi non solo l’avvocatura e la magistratura, ma anche tanti ragazzi e ragazze con i quali si è avuto modo di dialogare per un proficuo e ricco scambio intergenerazionale.



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