Il Venerdì Santo a Piazza Armerina raccontato dalla confraternita del SS. Crocifisso – VIDEO

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Continuano a Piazza Armerina le tradizionali celebrazioni in memoria della passione, morte e resurrezione del Cristo.

In questo periodo dell’anno liturgico, forse più che mai va rilevato il grande valore aggiunto apportato dalle confraternite.

Sono circa 3.200  quelle iscritte alla Confederazione delle confraternite delle Diocesi d’Italia, ma ce sono anche molte altre  non iscritte. Si tratta di associazioni di laici, canonicamente erette e con propri statuti, il cui scopo è l’incremento del culto. Chi ne fa parte si definisce “confratello”, non emette voti, nè va a vivere con altri confratelli, ma indossa una particolare veste, rappresentativa della confraternite di appartenenza. Inoltre, le confraternite portano insegne quando si presentano come corporazione.

Nel giorno solenne del venerdì santo, la confraternita del SS. Crocifisso di Piazza Armerina si è riunita, come ogni anno, per offrire il proprio contributo alle celebrazioni pasquali.

Il ss. Sacramento è stato accompagnato dai confratelli  nel tragitto dalla basilica cattedrale di Maria Santissima delle Vittorie sino alla  chiesa della Collegiata del Crocifisso.

Come ha spiegato ai nostri microfoni il rettore della confraternita, Cateno Mingoia,  durante la celebrazione del  vescovo mons. Rosario Gisana, i confratelli  hanno abbassato il cappuccio per coprire il volto, “in segno di vergogna per quanto commesso dall’uomo ai danni del Cristo“.

Il cappuccio è rimasto calato a coprire il capo quando, dopo la celebrazione, i confratelli hanno partecipato alla processione che ha condotto per le vie piazzesi i fercoli di Cristo in Croce, della Madonna, sorretta dalle donne in veste nera, simbolo di amore materno e solidarietà nel dolore,  e la vara del Signore deposto dalla Croce.

Durante la processione, i fedeli, hanno potuto meditare sulle quattordici stazioni della via Crucis, alternando preghiere e canti tradizionali o ascoltando  brani della banda musicale diretta dal Maestro Luigi Ferrigno.

Giuseppe Lagati

 


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