In cammino a Nicosia: seguendo le orme di San Felice dalla casa natale alla sua cella – FOTO e VIDEO

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Nella serata del 22 di agosto, i fedeli devoti di San Felice si sono riuniti per un incontro speciale, una tappa significativa nel periodo che precede la solenne festa dedicata al santo, culminante il 27 agosto con la tradizionale processione. Questo incontro ha regalato emozioni profonde grazie alla visita di luoghi cari al santo, offrendo un’opportunità unica per comprendere meglio la vita e la devozione di San Felice.

Tuttavia, la giornata non è iniziata sotto i migliori auspici dal punto di vista climatico. Un violento temporale si è abbattuto su Nicosia, riversando fiumi d’acqua per le strade, allagando case e creando caos. Nonostante gli imprevisti della natura, i fedeli non si sono fatti scoraggiare e, con il passare del tempo, il clima è gradualmente migliorato. All’orario dell’evento, il sole è tornato a splendere, permettendo che l’incontro si svolgesse come previsto.

La serata ha avuto inizio presso la casa natale di San Felice, un edificio che conserva la piccola abitazione dove il modesto frate nacque a Nicosia. Oggi, l’edificio ospita una cappelletta dedicata a lui al piano superiore. Santino Barbera e la presidente dell’associazione “Cammino di San Felice”, Rosarita Barbera, hanno guidato i partecipanti attraverso la storia di San Felice. Il santo, nato a Nicosia, non ebbe la fortuna di conoscere suo padre, deceduto poche settimane prima della sua nascita, da cui prese il nome, Filippo.

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La fede di San Felice iniziò fin da piccolo, quando fu battezzato presso il suggestivo fonte battesimale ancora presente nella cattedrale di Nicosia. Questo ha spinto il corteo dei fedeli, guidato dalla fraternitas di San Felice con  la caratteristica Tau, a spostarsi verso Piazza Garibaldi. Qui si è svolta una breve pausa, durante la quale Santino Barbera ha raccontato che oltre al nome del padre, il Santo fu battezzato anche col secondo nome di Giacomo, in onore del nonno materno.

Dopo aver fatto tappa nella cattedrale e aver visto il fonte battesimale dove è stato battezzato e le reliquie di San Felice conservate ai piedi di un grande quadro moderno che lo ritrae, il corteo si è fermato in Via Fratelli Testa, presso il numero civico 51. Qui è stato narrato come San Felice abbia lavorato come calzolaio, presumibilmente aiutando la famiglia con il suo lavoro. Nonostante le difficoltà, la sua devozione lo ha guidato lungo la sua vita. Lo stesso luogo che ha ospitato la bottega di calzolaio di San felice, pare divenne successivamente la farmacia del poeta Carmelo La Giglia.

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La processione ha poi raggiunto la statua in bronzo dedicata a San Felice, posta ai piedi dell’ex tribunale di Nicosia. Qui, Rosarita Barbera ha condiviso la storia della statua, opera dello scultore Michele Guerrisi, e letto una lettera dell’artista reggino che l’ha creata, sottolineando come ogni dettaglio abbia catturato accuratamente l’essenza del santo. La statua raffigura San Felice mentre cammina, con il piede sollevato e la schiena curva sotto il peso della bisaccia, simboli della sua dedizione alla carità.

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L’evento è poi culminato nella chiesa di Santa Maria degli Angeli, dove i fedeli si sono accomodati per ascoltare frate Salvatore Russo condividere non solo aneddoti su San Felice, ma anche dettagli interessanti sul grande quadro d’altare. Infine, tutti si sono recati alla cella dove San Felice trascorse gli ultimi momenti della sua vita.

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Questa cella è stata resa accessibile solo di recente, grazie agli sforzi congiunti dell’associazione “Cammino di San Felice”, guidata da Rosarita Barbera, e dell’amministrazione, in particolare della vicesindaco Annamaria Gemmellaro. L’emozione in questo momento è stata palpabile, poiché i partecipanti hanno attraversato il corridoio che un tempo era parte dell’ edificio adibito a carcere, osservando le celle chiuse che raccontavano storie di detenuti del passato.

La serata si è conclusa, quindi, con la visita dei fedeli divisi in gruppi alla cella dove San Felice spirò, un ambiente sobrio che testimonia la semplicità che fu propria del Santo. Qui, una statua raffigura il santo disteso nel punto in cui lasciò questo mondo.

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L’evento ha anche fornito l’occasione per esporre alcuni testi della collezione Raspanti dedicati a San Felice, aggiungendo ulteriori dettagli alla ricca storia del santo e alla sua profonda influenza sulla comunità.

Maria Teresa La Via

 

 


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