Il 20 agosto scorso, la comunità di Castel di Lucio ha celebrato con fervore la festa di San Placido, il protettore del luogo, un evento di grande significato sia per la profonda devozione che ispira, sia per le tradizioni tramandate nel corso dei secoli.
La processione di agosto, conosciuta come “San Placido u granni” e quella liturgica del 5 ottobre, “San Placido u picciddu”, sono momenti distinti che testimoniano la passione con cui la figura di San Placido è vissuta dalla comunità.
Le reliquie di San Placido giunsero a Castel di Lucio nel 1590, due anni dopo essere state scoperte nella chiesa di San Giovanni di Malta a Messina, dove erano state celate sin dal 541 d.C.. L’entusiasmo per il ritrovamento delle reliquie fu immenso e persino un frate cappuccino, fra Matteo Ferrara di Castelluccio, partecipò alla celebrazione. Nel 1590, grazie all’intercessione di fra Matteo Ferrara, le sacre reliquie furono collocate nella Chiesa Madre di Castel di Lucio.
La processione vede il simulacro di San Placido adagiato su un’elaborata vara in legno, realizzata da Nicolò Campo alla fine dell’Ottocento. Inizialmente, la processione percorre il suo tragitto tradizionale con solennità, fino alla chiesa di Santa Lucia. Successivamente, il controllo della processione passa direttamente alla comunità, un atto che sembra quasi riportare in vita l’episodio miracoloso associato a San Placido. Attraversando le strade del paese, la processione si ferma in piazza Umberto I, dove si esibisce la caratteristica “ballatedda i San Plà” (balletto di San Placido).
In due momenti chiave, avviene la “vippita,” una sosta durante la quale i portatori della statua sacra e i partecipanti alla processione vengono ristorati con biscotti e bevande per ritrovare energie e rinvigorire lo spirito.
Alla conclusione solenne della processione, la banda esegue brani musicali allegri e talvolta persino ballabili, donando ulteriore gioia all’evento. Un vero spettacolo di fede e tradizione, la festa di San Placido a Castel di Lucio continua a illuminare le vite dei fedeli e a celebrare una storia radicata nel profondo tessuto culturale della comunità.
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