Sit-in di agricoltori e allevatori a Enna, consegnato un documento di proposte al Prefetto

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Dopo la partecipata assemblea del 18 gennaio all’Hotel Garden di Pergusa, il 22 gennaio si è svolto un presidio pacifico presso la Prefettura di Enna.

In questa occasione un gruppo di agricoltori e allevatori hanno consegnato ad un delegato del prefetto un documento nel quale vengono evidenziate alcune delle criticità che attanagliano tutto il mondo zootecnico, agricolo e diversi operatori economici di tutta Italia.

Questo il contenuto del documento consegnato in Prefettura.

“Gentile Prefetto

Ci rivolgiamo a lei in queste giornate di dissenso, per manifestare il disagio di centinaia di migliaia di agricoltori ed allevatori che producono materie prime e cibo per gli abitanti della nostra Isola e non solo.

Vogliamo rivolgerci a Lei, come primo interlocutore di questi giorni, dopo l’Assemblea del 17 gennaio 2024, facendo appello alla sua mansione più alta, quella di rappresentante dello stato e a quella più delicata quale mediatore sociale.

Per meglio esprimere la nostra condizione di disagio, ci rivolgiamo a Lei riprendendo le note delle politiche agrarie del Documento di Taormina, stilato in una riunione informale tra i ministri dell’Agricoltura europei, tenutasi in una delle nostre città più emblematiche del turismo internazionale nel settembre del 2003, mentre l’Italia aveva la Presidenza dell’Unione Europea. Abbiamo voluto riprendere queste note perché l’Italia si è sempre mostrata sensibile alle questioni riguardanti la crescita dei paesi in via di sviluppo e che proprio in quegli anni sperimentava, essa stessa, una marginalizzazione del suo sistema agricolo durante la costituzione e lo sviluppo dell’UE.

In questo famoso Documento di Taormina vennero evidenziati i livelli diseguali di sviluppo, forme di cooperazione per superare le diseguaglianze. Nel suo complesso il Documento di Taormina riflette le preoccupazioni odierne della società e della civiltà rurale a cui noi ci sentiamo di appartenere: salute pubblica, sicurezza alimentare, occupazione, livelli di reddito e prospettive per le fasce emarginate della popolazione, equilibrio sociale, sostenibilità ambientale e attrazione per il contesto rurale.

In sintesi, il documento rivendica all’agricoltura un ruolo di trait d’union tra società e natura che non può ridursi alla mera fornitura di prodotti alimentari.

E’ quindi diritto e dovere di ogni paese difendere tale ruolo.

In quegli anni divenne chiaro che era necessario “delineare politiche convincenti per lo sviluppo sostenibile delle aree rurali allo scopo di garantire alla popolazione rurale una qualità di vita soddisfacente solo sulla base di un insieme di valori solidi e ampiamente condivisi che sottendano i diversi obiettivi e le finalità che caratterizzano le politiche agrarie e le relative misure accompagnatorie sia negli Stati membri dell’Ue sia nei paesi in via di sviluppo.” Uno dei valori del documento di Taormina, che sicuramente risuonerà anche tra le sue corde è che “la responsabilità di ciascun paese (è quella) di creare, mantenere e difendere la propria agricoltura ed, al tempo stesso, la possibilità per i cittadini attivamente impegnati in agricoltura di ottenere un reddito decente. Tale diritto si fonda sul bisogno di sicurezza alimentare, soprattutto in tempi avversi” E il documento ancora continua “E’ responsabilità nazionale (e talvolta sovranazionale) di creare le condizioni necessarie per la generazione di livelli di reddito accettabili in agricoltura e per la crescita e lo sviluppo continuo delle attività agricole. Ciò implica la necessità di costruire strutture di supporto istituzionali adeguate ed efficienti.”

Noi agricoltori ed allevatori abbiamo assistito all’erosione di questi valori sopracitati e, noi, essendo continuamente alla ricerca di essi durante lo svolgimento del nostro compito di produttori di cibo a servizio di una società da alimentare abbiamo ritenuto presentare a S.E. una serie di punti che, ad un governo nazionale e regionale, spetterebbe creare e difendere per la protezione della Sovranità Alimentare e di tutti coloro che ogni giorno si adoperano nel salvaguardarla.

Espressamente riaffermiamo i seguenti diritti:

Incentivi per chi assume giovani. Aiuti intelligenti per la valorizzazione dei prodotti agricoli.

Controllo dei Mercati con prezzi speculativi

Controllo dei prodotti esteri fortemente concorrenziali sui mercati interni.

Credito d’imposta permanente sul gasolio agricolo.

Bloccare la distruzione degli allevamenti con piani di eradicazione di Tbc e BR che nel nome della salute pubblica e senza facoltà di appello continuano a procedere con la mattanza degli allevamenti bovini, bufalini e ovi-caprini.

Eliminazione “definitiva” della voce Irpef terreni agricoli.

Pagamento immediato dei premi dell’indennità compensativa, del biologico.

Pagamento di tutti gli aiuti comunitari e nazionali, per dare ossigeno al comparto agro-zootecnico che da oltre 8 mesi è in crisi cronica dovuta alla grave siccità che in tutta la Sicilia ha provocato danni per centinaia di milioni di euro.

Aiuto alle aziende con garanzia regionale di prestiti bancari agevolati quinquennali.

Deroga contributi previdenziali.

Interruzione della distrazione dei fondi destinati al biologico verso la produzione integrata, che è obbligatoria dal 2014.

Valorizzazione piena dell’agrobiodiversità siciliana, che corrisponde al 25% di quella europea, contro la produzione della polvere di insetti e larve, dei cibi sintetici (carne, latte e formaggi), e le proposte di liberalizzare la sperimentazione degli ETA (i nuovi OGM) a campo aperto.

Affidare agli agricoltori la produzione dell’energia verde, mentre oggi la Regione Siciliana ha dato la possibilità a società estere di acquisire terreni a poco prezzo e di produrre energie distruggendo paesaggio ed ambiente, compromettendo la vocazione turistica della Sicilia.

Risoluzione dei contenziosi legali con l’Inps che ha già ricevuto i soldi da Agea e non li sgrava.

Riequilibrio dei contributi con le aziende del nord.

Semplificazione Bandi.

Affidamento a persone competenti e di alto profilo la redazione di bandi e decreti riguardanti l’agricoltura e l’allevamento.

Digitalizzazione dei procedimenti amministrativi e formazione digitale dei funzionari.

Elaborazione di un PIANO AGRICOLO REGIONALE a fronte di una politica di condominio.

Istituzione di una CABINA DI REGIA UNICA che eviti le azioni di piccolo cabotaggio.

Intervento più corposo da parte della Regione per sostenere le aziende colpite dalla Peronospora.

Piano efficace per il controllo degli incendi nella nostra isola.

Ripristino dell’accesso agli agronomi alla piattaforma AGEA.

Piano di controllo sulla selvaggina.

Detassazione per le aziende del settore primario che assumono lavoratori under 39

Misure a sostegno delle piccole imprese agricole siciliane, contro la tendenza che, da vent’anni a questa parte le ha viste ridursi all’osso.

Consideri questa sovrabbondanza di argomenti, come la base minima ed essenziale di partenza per iniziare un processo di rinascita più complesso e ridestare nella nostra Isola le innumerevoli energie che la resero “chiantata e forti” al centro del Mediterraneo, per creare un Bene che ancora non c’è.

Con rispetto.

Gli agricoltori ed allevatori siciliani”



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