L’incontinenza dopo l’operazione alla prostata: perché si verifica e quali sono i rimedi

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In seguito alla prostatectomia, ovvero la rimozione della prostata tramite chirurgia, è abbastanza comune andare incontro a incontinenza urinaria. In realtà, questa è una delle complicazioni più diffuse tra i pazienti: si verifica dopo che è stato tolto il catetere vescicale, a causa di una limitata capacità di contrazione dell’area pelvica (ad esempio quando si starnutisce, si tossisce o si ride).

La soluzione a questa problematica è la riabilitazione. L’incontinenza dopo l’operazione alla prostata può essere contrastata con la corretta ginnastica vescicale, e con delle misure preventive in vista dell’intervento.

La prostatectomia è volta all’eliminazione del tumore della ghiandola prostatica, e dunque in alcuni casi è purtroppo necessaria. In media, il successivo periodo di degenza dura poco meno di una settimana: 5 giorni al massimo nella maggior parte delle circostanze. Se, trascorso questo lasso di tempo, si notano sintomi come l’incontinenza e il sangue nelle urine, bisogna contattare un esperto di urologia per capire come procedere.

L’uretra è sottoposta a un taglio e poi riconnessa alla vescica, uno step che può determinare incontinenza se non è svolto alla perfezione. Non è una coincidenza che questa condizione sia molto più rara in coloro che sono operati in laparoscopia: quest’ultima è di gran lunga meno invasiva, e prevede soltanto una minuscola incisione.

Il ruolo della riabilitazione

Come già detto, la riabilitazione è indispensabile per risolvere questa situazione.

Essa, talvolta, è eseguita anche nel pre-intervento: questa è una fase molto importante, perché il paziente non prova ancora quel dolore che sentirà dopo la prostatectomia e si dedica con più facilità agli esercizi. Di solito si comincia con un mese di anticipo, per consentire alla persona di rafforzare i muscoli del pavimento pelvico.

Chiaramente è fondamentale la riabilitazione post-intervento, che varia a seconda del tipo di incontinenza. Per esempio, se non si ha il controllo dei muscoli perineali potrebbe esserci bisogno dell’elettrostimolazione; se il flusso di urina è intermittente e non costante, vanno benissimo i cosiddetti esercizi di Kegel (altresì conosciuti come chinesiterapia pelvi-perineale).

Per chi non si accorge delle contrazioni, ed è soggetto a perdite urinarie, è stata ideata una tecnica detta biofeedback. In termini semplici, la contrazione della vescica è trasformata in un input visivo su uno schermo. Un metodo decisamente all’avanguardia, utile e comodo!

Poco fa abbiamo menzionato gli esercizi di Kegel: spieghiamo in breve di cosa si tratta. Il loro scopo è la contrazione del muscolo pubococcigeo, cioè l’anello che circonda l’orifizio anale, e della zona pelvica. La pratica va effettuata con regolarità, due o tre volte al giorno, stando seduti o stesi su un tappetino.

Abitudini e terapia comportamentale

Per sconfiggere l’incontinenza dopo l’operazione alla prostata è necessario anche adottare alcune abitudini salutari, che riguardano soprattutto la gestione del peso corporeo, il mangiare e il bere.

Nello specifico si devono mettere da parte il fumo e le bevande alcoliche, nonché gli alimenti più ricchi di grassi e di sale. È essenziale assumere molte fibre, per favorire la normale attività dell’intestino: la stipsi, infatti, potrebbe peggiorare l’incontinenza, perché influisce negativamente anche sui muscoli delle pelvi.

È importante mantenersi in forma e bere molta acqua per scongiurare la ritenzione idrica: circa 1,5 litri quotidiani, possibilmente prima di sera per non avere problemi legati all’incontinenza durante la notte. L’ideale è non andare sotto il litro e non superare i 2 litri. Attenzione alle bibite diuretiche, come le tisane e il tè verde.

Sono sconsigliati, poi, il caffè e le pietanze piccanti. Questi piccoli accorgimenti sono estremamente validi in circostanze come il periodo che segue la prostatectomia, ma anche subito prima dell’intervento.

Incontinenza urinaria: la sintomatologia

L’incontinenza provocata dal taglio della prostata può manifestarsi in diversi modi.

In alcuni casi si hanno proprio delle difficoltà a urinare, in altri a mantenere un flusso urinario costante. Quasi sempre si percepisce uno stimolo continuo, ma la quantità di urina è esigua.

Di frequente vi sono tracce di sangue nel liquido, accompagnate da fitte di dolore al ventre. A volte si presentano anche dei decimi di febbre.

I sintomi si differenziano in base a elementi come il tipo di approccio, l’età del paziente e lo stadio del tumore alla prostata. Possono essere più o meno intensi anche a seconda della riabilitazione pre-operatoria.

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Comunque, mentre ci si impegna per risolvere questa condizione, è possibile migliorare la qualità della vita della persona sottoposta a prostatectomia con gli accessori giusti. Ad esempio sono molto utili gli assorbenti da uomo, che rispettano l’anatomia maschile e sono del tutto invisibili all’esterno.

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