Messaggio di Pasqua del vescovo della Diocesi di Nicosia mons. Giuseppe Schillaci – VIDEO

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In occasione delle celebrazioni pasquali 2024, mons. Giuseppe Schillaci, vescovo della Diocesi di Nicosia ha voluto rilasciare un breve messaggio per la Santa Pasqua rivolto a tutti i fedeli della Diocesi.

Queste in sintesi le parole del vescovo: “È l’occasione, soprattutto, per darvi questo breve, brevissimo messaggio per la Pasqua e per l’occasione avevo pensato di leggervi, con molta semplicità, un testo di Papa Francesco. Tra l’altro, vorrei così consigliarvi, con molta semplicità, di se non l’avete già fatto, di riprendervi il testo della via crucis di ieri sera. È stato proprio preparato per Papa Francesco che non era presente e io, naturalmente, ho potuto cogliere solo qualcosa perché, insomma, eravamo impegnati nella nostra città. Però, cos’avete un po’ di tempo andatemi a riprendere le indicazioni che mi sembrano molto, molto belle. E l’occasione anche per rivedere una dimensione importante proprio per la nostra esistenza di credenti e non solo.

E il messaggio che già avete e lo vorrei così avvalorare ancora di più con alcune espressioni che vengono dal testo, che probabilmente anche voi già conoscete. L’evangelico di Papa Francesco è il testo, diciamo, che guida un po’ anche tutti gli altri testi che sono venuti fuori successivamente, l’esortazione apostolica, la prima la prima che Papa Francesco ha consegnato alla chiesa al mondo e nella parte conclusiva dell’evangeli gudum Papa Francesco fa una riflessione sul cuore della nostra esistenza cristiana, cioè la resurrezione.

Il messaggio che avete torna proprio questa espressione: “Cristo è risorto”. E perché il cuore dell’esistenza del discepolo cristiano è proprio nell’avvenire di Cristo. Papa Francesco qui ritorna su alcuni aspetti che aveva messo bene in evidenza nei primi capitoli, in particolare nel secondo capitolo, dove dice: “Nel secondo capitolo abbiamo riflettuto su quella carenza di spiritualità profonda che si traduce nel pessimismo, nel fatalismo, nella sfiducia”, parlando appunto dei credenti. A volte i credenti camminano proprio in questi atteggiamenti. Alcune persone non si dedicano alla missione perché credono che nulla possa cambiare. Dunque, per loro, è inutile sforzarsi, poiché tutto è così, tutto è stato sempre così e non possiamo fare nulla. Il fatalismo pensano così, perché mi dovrei privare delle mie comodità e piaceri se non vedo nessun risultato importante?

La domanda molto semplice che Papa Francesco si fa e che ci fa ancora oggi, soprattutto quando vediamo certi stili di vita, certe modi, dici, perché con questa mentalità diventa impossibile essere missionari o scommetterci? E con questo atteggiamento è precisamente una scusa maligna per rimanere chiusi nella comodità, nella pigrizia, nella tristezza insoddisfatta, nel vuoto egoista. Si tratta di un atteggiamento autodistruttivo perché l’uomo non può vivere senza speranza. La sua vita condannata all’insignificanza diventerebbe insopportabile. Il principio speranza possiamo dire un testo che è uscito tanti anni fa, non solo, diciamo, di un autore laico, no? Ecco, dice “Bloch, speranza, no”. E perché senza la speranza non riesci proprio a impegnarti anche nelle relazioni, nella vita ordinaria? Se pensiamo che le cose non cambieranno, ricordiamo che Gesù Cristo ha trionfato sul peccato, sulla morte, ed è ricolmo di potenza.

Gesù Cristo vive veramente. Altrimenti, e qui ricordo il testo fondamentale di tutto questo discorso che sta dietro anche questo messaggio che avrete la possibilità così di prendere, leggere, rileggere: “Se Cristo non è risorto, vuota è la vostra predicazione”. Sono le parole di Paolo, al capitolo 15 della prima lettera ai Corinti. Vuota è la nostra predicazione, dice. Anche vuota è la nostra fede. Non solo tutto quello che uno fa per annuncio, ma è la fede che viene meno.

Il Vangelo ci racconta che quando i primi discepoli partirono per predicare, il Signore agiva insieme con loro e confermava la parola. Questo accade anche oggi. Siamo invitati a scoprirlo, a viverlo. Cristo risorto e glorioso è la sorgente profonda della nostra speranza e non ci mancherà il suo aiuto per compiere la missione che egli ci affida. Questo è il principio speranza. La speranza ha questo fondamento: è in virtù della resurrezione di Cristo che noi siamo sempre più chiamati a sperare, a non disperare mai di niente, di nessuno, a immettere nella storia questo principio che è la vita.

E chiudo con ancora questa espressione. Proprio verso la fine di questa sua esortazione. La sua risurrezione, la risurrezione di Gesù, non è una cosa del passato, contiene una forza di vita che ha penetrato il mondo. Dove sembra che tutto sia morto, da ogni parte tornano ad apparire i germogli della resurrezione e una forza senza uguali. È vero che molte volte sembra che Dio non esista, vediamo ingiustizie, cattiverie, indifferenze, crudeltà che non diminuiscono. Però, è altrettanto certo che nel mezzo dell’oscurità comincia sempre a sbocciare qualcosa di nuovo che presto o tardi produce un frutto.

In un campo spianato torna ad apparire la vita ostinata e invincibile. Ci saranno molte cose brutte, tuttavia il bene tende sempre a ritornare a sbocciare e a diffondersi ogni giorno. Nel mondo rinasce la bellezza che risuscita, trasformata attraverso i drammi della storia. I valori tendono sempre a riapparire in nuove forme e di fatto l’essere umano è rinato molte volte da situazioni che sembrano irreversibili. Questa è la forza della resurrezione e ogni evangelizzatore è uno strumento di tale dinamismo.

E con la forza della resurrezione noi ci ritroviamo così, con molta semplicità, in questo contesto e a rinnovare ecco il nostro impegno, il nostro impegno per tutti”.



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