Venerdì 12 luglio alle 21, al Largo dei Mortificati, nel quartiere di Santa Maria Maggiore a Nicosia, verrà presentato in prima regionale, lo spettacolo “Fiori nel fango”, diretto e coreografato da Giovanni Cilluffo della Kalsa Compagnia di Conegliano Veneto.
Lo spettacolo, che è parte del “Progetto Fiori Recisi”, è dedicato a tutti i bambini vittime della violenza.
A Nicosia l’organizzazione della rappresentazione è a cura dell’Associazione Culturale “Città Invisibili”.
La regia e la coreografia dello spettacolo sono curati da Giovanni Cilluffo. I danzatori sono Sara Bighignoli, Beatrice Besozzi e Giovanni Cilluffo. La voce narrante è di Daniela Colajanni. La musica originale è di Piero Sciascia. La scenografia è curata da Sara Amorino. Il progetto video è di Pierpaolo Pilla. I costumi sono di Emporio Cantieri. Lo spettacolo “Fiori nel fango” è coproduzione di Cantieri Associati Culturali di Conegliano Veneto e di LeA Accademia Danza, di Verona.
“Fiori nel fango”, è una performance che contiene una denuncia sociale che nasce da quanto avviene oggi nel mondo. Con questo spettacolo tentiamo di portare il nostro contributo e la nostra testimonianza di artisti contemporanei, attenti a quanto accade nella società odierna.
La performance, prende forma e sensibilità dal micro e dal macro mondo dei bambini e lo rende visibile. Nei bambini risiede, secondo Garcia Lorca, il canto della ninna nanna e il mito della favola.
L’inno liberatorio, necessario e sentito, si fa orchestra nella installazione visiva e come un’unica anima pare risponda ad una promessa e sembra disporre di note solenni.
Il messaggio manifesta l’efficacia dell’arte che può essere, come in questo caso, assoluta e carica di fanciullezza. E si propone come una possibile verità utile a diradare le nebbie nefande che pesano sulle coscienze di tutti.
Colori e forme, corpi che si muovono, il tutto crea un campo visivo forte e pieno di influssi creativi ed emotivi.
La performance “Fiori nel fango” è un viaggio fra il mare e la terra, come viaggiatori di anime e coscienze, raccontiamo, attraverso la danza e le parole, storie di bambini naufraghi, bambini vittime della mafia, bambini oggi come ieri deportati.
Tutto ciò è raccontato con leggerezza e poesia, scegliendo il linguaggio della danza perché esso ci porta in alto nella speranza di continuare a navigare verso spazi senza confini, né frontiere, né muri.
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