Nicosia, si cercano sponsor per il restauro del quadro del XVI secolo raffigurante gli apostoli Santi Simone e Giuda Taddeo

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Ringraziamo il professore Nino Contino per le notizie storiche e artistiche e per aver segnalato questa valorosa iniziativa per il restauro di uno dei quadri risalenti al periodo del 500 nicosiano.

Come riportato dal professore Contino, il 28 ottobre si festeggiano gli apostoli Simone e Giuda Taddeo. A Nicosia è loro dedicata un’antica chiesa, edificata all’estrema periferia della parte alta del paese. La chiesa sorge, infatti, alla “Porta Bia” (o “Porta Abia”) e dà il nome al quartiere sottostante (“san Scimùn”) ed alla via che porta alle Crociate. Il quartiere è molto antico e molto probabilmente risale al periodo normanno, posteriore alla conquista della Sicilia (1061-1091) da parte degli audaci Altavilla, guidati dall’intrepido e geniale conte Ruggero,

La “porta Bia” era una delle porte d’ingresso alla medievale “città murata” e non sappiamo se prima di San Simone vi fosse qualche chiesa: probabilmente vi era qualche chiesa rupestre, come si vede in una grotta poco vicina alla chiesa stessa. L’attuale chiesa evidenzia uno stile costruttivo tardo 400 inizi 500, come attestano il portale ad unico archivolto, l’interno molto “essenziale” ad aula unica con copertura a capriate lignee (rifatte) e soprattutto il bel quadro del 500 con i due santi Santi Simone e Giuda Taddeo.

Il quadro è collocato sopra l’altare principale. E’ una rarità, uno dei pochissimi dipinti del 500 nicosiano sopravvissuti. Raffigura i due apostoli, che vengono ricordati e celebrati insieme, e che sono anche due degli apostoli di cui si parla pochissimo sia nei Vangeli che negli Atti degli Apostoli.  La tela raffigura i due apostoli con gli strumenti del loro martirio, secondo quanto tramandato dalle “Memorie apostoliche” di Abdia , riprese dalle successive fonti agiografiche.

Secondo questi apocrifi, i due avrebbero predicato in Persia, dove furono uccisi dai sacerdoti pagani furiosi perché i due apostoli avevano fatto spezzare le statue pagane, da cui fuoruscirono dei diavoli.

Nel quadro nicosiano (ma in genere ovunque) Simone è rappresentato con la sega, mentre Giuda Taddeo con un libro nella mano sinistra e un’ascia nella destra.

Il quadro, pur essendo destinato o pur essendo pervenuto ad una chiesa minore di un quartiere periferico, è d’una sorprendente bellezza e fattura artistica.

Le figure ed i colori, nonostante i guasti del tempo, la polvere e gli squarci, sono ancora leggibilissimi, nitidi e luminosi. I volti dei due santi, incorniciati da lunghi capelli e barbe brizzolate, sono fortemente espressivi: occhi, espressioni dei volti vividi, quasi parlanti; gli abiti (tunica e pallio, tipici degli apostoli) sono panneggiati con grandi volute ed ariosità e conferiscono, assieme all’espressione dei volti ed alla postura dei piedi, un notevole senso dinamico alle due figure, che, così, non risultano affatto statiche, pur nella loro grande ieraticità di martiri.

Il quadro è un “unicum” nel panorama artistico nicosiano. Per i modi espressivi e il linguaggio artistico rimanda ad un importante pittore palermitano del tardo 400, primissimo 500 palermitano: Riccardo Quartararo (Sciacca 1443 – Palermo 1507), “il primo dei pittori palermitani del Cinquecento”. Ebbene: il quadro nicosiano mostra sorprendenti affinità con una delle pochissime opere certe (documentata e firmata) di Riccardo Quartararo: ” S. Pietro e Paolo” (1494), oggi alla Galleria Regionale, ma proveniente dalla chiesa di S. Pietro La Bagnara. Le somiglianze sono semplicemente sorprendenti.

La confraternita dei Santi Simone e Giuda vorrebbe far restaurare il quadro e cerca degli sponsor che possano ridar luce ad un’opera d’arte unica nel panorama della pittura nicosiana. La gara di solidarietà è aperta e diversi sono i privati che sino sono mossi per dare il lor contributo economico al restauro del quadro. Senz’altro un’iniziativa che andrà seguita e portata avanti aprendo anche una sottoscrizione pubblica.

 


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