Operazione “Jewel Thieves”: debellata dalla Polizia di Stato ed Arma dei Carabinieri una banda di romeni dedita a furti – FOTO & VIDEO

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All’alba di mercoledì 12 giugno, la Squadra Mobile di Enna e la Compagnia Carabinieri di Enna, a conclusione di una articolata e complessa attività investigativa coordinata brillantemente dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Enna, hanno proceduto all’arresto di tre romeni facenti parte di un’associazione a delinquere votata alla commissione di reati contro il patrimonio (come furti in abitazione, furti di rame e di carburante in danno di strutture di telecomunicazione e cantieri) nelle provincie di Enna, Caltanissetta e Agrigento. Grazie all’azione degli investigatori, è stata recuperata anche parte della refurtiva, come monili e gioielli.

A partire dal mese di novembre 2018 e sino agli inizi del mese di gennaio 2019, si era registrata a Enna, nella parte bassa del capoluogo, una rapida serie di furti in abitazione, tutti perpetrati con le stesse modalità. Infatti, i malfattori agivano forzando gli infissi della parte posteriore delle case, per lo più adiacenti ai giardini o terreni circostanti, che fungevano da terrapieni attraverso i quali si poteva accedere anche ai piani superiori delle abitazioni. Una volta all’interno delle abitazioni, i malviventi bloccavano le porte d’ingresso al fine di impedirne l’apertura dall’esterno, nel caso dell’arrivo dei proprietari durante l’esecuzione dei colpi, così da potersi garantire la fuga senza essere visti. “Al primo piano c’è qualcuno in casa mentre al secondo piano sembra che non c’è nessuno !”, diceva un componente della banda e, in pochi istanti, dimostrando una straordinaria agilità, i suoi complici si arrampicavano fino al secondo piano, forzavano uno degli infissi sul balcone ed entravano nella casa, scelta prediligendo finestre con serrande alzate. Una volta dentro, dopo essersi accertati di non trovare nessuno in casa, gli stessi ladri bloccavano la porta con i mobili più grandi, affinché nessuno potesse entrare all’improvviso, e si dedicavano ad una rapida raccolta della refurtiva. Nel frattempo “il palo”, fuori in strada, monitorava l’arrivo di possibili residenti. Sempre lo stesso schema, ripetuto ogni volta, senza preoccuparsi più di tanto della reale presenza o meno di persone nelle proprie abitazioni, e con un coordinamento costante.

Nel corso dell’ultimo episodio di furto registratosi in Enna, ovvero nel pomeriggio dell’11 gennaio 2019, gli autori venivano indicati come dei soggetti che, allontanatisi in modo repentino dall’abitazione dove avevano messo a segno il colpo, salivano a bordo di una autovettura, dandosi alla fuga in direzione di Caltanissetta.

Attivate immediatamente le ricerche da parte delle Forze di Polizia di Enna e della limitrofa Caltanissetta, poco dopo, la segnalata autovettura veniva intercettata e bloccata all’ingresso di Caltanissetta da parte di una pattuglia della Polizia Stradale. Nel corso del controllo e della perquisizione del veicolo, veniva recuperata argenteria e altri oggetti riconducibili al furto commesso poco prima a Enna. Nell’occasione, i soggetti venivano denunciati per i reati di ricettazione e altro, e la refurtiva veniva recuperata e restituita alle vittime.

La Procura della Repubblica presso il Tribunale di Enna avviava immediatamente un’inchiesta, coordinando un team di investigatori appartenenti alla Squadra Mobile della Questura ed alla Compagnia Carabinieri di Enna, che riusciva a fare luce sulle decine di furti in abitazione che avevano funestato la città di Enna nel giro di pochi mesi.

I poliziotti ed i militari, in perfetta sinergia, iniziavano, a ritmi serrati, l’indagine, con attività di intercettazione telefonica e di analisi di tabulati telefonici pregressi attività, quest’ultima, che permetteva, tra l’altro, di ricostruire tutti i movimenti degli indagati durante i molteplici furti commessi in precedenza ad Enna, facendo luce, inoltre, su altri reati predatori commessi nelle province di Agrigento e Caltanissetta, come diversi episodi di furto in abitazione e di furto di cavi telefonici di rame in danno della Società Telefonica Telecom Italia S.P.A., nonché numerosi ed ingenti furti di carburante. A completare il quadro delle indagini, concorrevano anche l’acquisizione delle denunce delle vittime e delle dichiarazioni dei testimoni, nonché i numerosi servizi di osservazione sul territorio. Le indagini permettevano di delineare l’esistenza di una vera e propria associazione a delinquere.

L’indagine è stata convenzionalmente denominata “Jewel’s thieves” (Ladri di gioielli) poiché i malviventi rubavano qualsiasi oggetto prezioso (gioielli, monili in oro, argenteria o, comunque, qualsiasi bene potesse avere un valore economico ed essere facilmente portato via).

Sulla base di tali elementi, il pubblico ministero titolare delle indagini avanzava al competente G.I.P. richiesta di misura cautelare nei confronti degli indagati. In seguito alla richiesta, il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Enna, Luisa Bruno, emetteva ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di tre soggetti romeni: il 28 enne Adrian Bureta, con precedenti di polizia per furto aggravato ed altro; il 25 enne Florin Bureta, fratello di Adrian, con precedenti di polizia per guida senza patente; il 32 enne Cosmin Aristotel Sulic, con precedenti di polizia per furto ed altro, tutti residenti a Canicattì.

I tre romeni sono indagati per reati commessi ai danni di Telecom per furti di rame, venti furti in appartamenti a Enna, uno a Riesi ed uno a Montedoro. Per molti dei reati commessi, vengono contestate alcune aggravanti, come quella di avere profittato di circostanze di tempo tali da ostacolare la pubblica o privata difesa (tarda serata o notte), di avere cagionato alla persona offesa dal reato un danno patrimoniale di rilevante gravità, di aver commesso il fatto con violenza sulle cose e/o da parte di tre o più persone.

Oltre ai fatti di reato descritti, contestati col provvedimento applicativo della custodia cautelare, le indagini di Carabinieri e Poliziotti hanno permesso far luce sulla commissione di ulteriori furti in abitazione, di diversi episodi di furto di cavi telefonici di rame, e di alcuni ingenti furti di carburante, commessi nei territori delle province di Caltanissetta e Agrigento, addebitati anch’essi all’azione degli odierni arrestati, nonché di ulteriori complici (tutti cittadini rumeni), che venivano denunciati in stato di libertà: il 29 enne M. C., il 22 enne B. V. C., il 34 enne S. C. D. e il 21 enne L.A..

Infine, venivano individuati e denunciati anche alcuni soggetti ritenuti ricettatori del rame e del gasolio rubati dal gruppo dei rumeni.

All’alba del 12 giugno i destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere sono stati, pertanto, arrestati dai militari e poliziotti, per essere poi associati alla Casa Circondariale di Enna, a disposizione dell’autorità giudiziaria procedente.

L’operazione, particolarmente complessa, ha visto il coinvolgimento di decine di operatori appartenenti, oltre che alla Squadra Mobile di Enna ed alla Compagnia Carabinieri di Enna, anche alla Squadra Mobile di Agrigento, al Commissariato di P.S. di Canicattì, ed al Comando Compagnia Carabinieri di Canicattì, i quali hanno eseguito anche numerose perquisizioni nei domicili e nei locali nella disponibilità di tutti gli indagati, che hanno consentito di rinvenire diversi gioielli, anche in oro, ed orologi, verosimilmente refurtiva frutto dei colpi predatori.

 


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