Un’altra vittoria per i fontanieri di Nicosia, Acquaenna condannata a pagare 40 mensilità

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La travagliata vicenda giuridica e lavorativa dei fontanieri di Nicosia si arricchisce di un altro episodio positivo nei confronti di questi lavoratori, che anno iniziato una battaglia per il riconoscimento dei loro diritti nel lontano agosto del 2013.

La Corte d’Appello di Caltanissetta il 10 luglio ha sostanzialmente confermato la sentenza di primo grado del marzo 2017 emessa dal Tribunale di Enna, ma in questo caso ha riconosciuto ai lavoratori il diritto al risarcimento dei danni arrecati ai lavoratori in misura pari alle retribuzioni perdute dai ricorrenti in conseguenza del mancato espletamento della relativa attività lavorativa e fino al giorno della loro immissione in servizio, oltre agli interessi ed alla rivalutazione monetaria come previsto per legge. In pratica Acquaenna è stata condannata a pagare le 40 mensilità dovute ai lavoratori durante il loro periodo di forzata inattività.

Nel procedimento d’appello i fontanieri, difesi dall’avvocato Fulvio Licari, avevano richiesto anche la reintegrazione negli organici del Comune di Nicosia, su questo punto la Corte d’Appello non si è pronunciata e rimane un elemento di valutazione dei lavoratori stessi.

L’intera vicenda è stata seguita da sempre dalla Uil-Fpl nella persona del segretario provinciale Pasquale Calandra, estremamente soddisfatto per l’ennesimo risultato positivo ottenuto nei confronti dei lavoratori la cui vertenza è seguita personalmente da 5 anni: “Per i lavoratori, per il professionista che li ha seguiti nella fase legale, per la Uil-Fpl di Enna e per il sottoscritto questo è un risultato trionfale per l’apoteosi della vertenza, si tratta di attendere l’altro grado di giudizio per il reintegro negli organici del Comune. Personalmente mi sento di evidenziare che purtroppo di questo risultato non possono gioire due lavoratori per ragioni diverse, uno perché ha desistito dal ricorrere in appello, l’altro perché ahimè deceduto nella fase di ricorso”.

Le sentenze in questi anni hanno prodotto diversi risultati in favore dei lavoratori, innanzitutto la ripresa dell’attività lavorativa, il permanere dello stato giuridico ed economico di dipendenti pubblici, il riconoscimento delle retribuzioni e tutto ciò ad essi connesso compresa la contribuzione previdenziale ai fini pensionistici, il tfr, il tfs ed i contributi assistenziali.

Come abbiamo ricordato è una lunga vicenda che si trascina dall’agosto 2013 quando Acquaenna, seppure in presenza della delibera di comando fino al 31 dicembre 2013, decide in maniera unilaterale di intimare ai lavoratori di scegliere se transitare alla società, in caso contrario non intendeva più avvalersi della loro opera, anche se i fontanieri rimarranno regolarmente in servizio fino al 31 dicembre 2013, ovvero fino alla scadenza della delibera di comando del Comune di Nicosia.

Nel mese di novembre 2013 il Comune di Nicosia, con una delibera di giunta provvede a rinnovare il comando per tutto l’anno 2014, ma proprio al rientro in servizio, dopo le feste natalizie, il 2 gennaio 2014, Acquaenna decide di non far riprendere più l‘attività lavorativa ai cinque fontanieri, facendogli consegnare gli indumenti e impedendogli l’accesso presso gli uffici della società in contrada Perciata a Nicosia.

I lavoratori sin da quel giorno iniziano la vertenza assistiti dalla Uil-Fpl, firmano giornalmente il foglio di presenza manifestando la loro volontà a espletare il servizio e attendono direttive su come esercitare tale attività, atti che provvedono ogni singolo giorno a recapitare al Comune datore di lavoro, ad Acquenna, gestore del servizio ed alla Prefettura di Enna.

Si susseguono stenuanti incontri in Prefettura e al Comune, forme di proteste moderne con scioperi pacifici sul ciglio della strada davanti alla sede di Acquaenna e perfino clamorose attività, come quella del 23 maggio 2014 attraverso la quale i fontanieri ripulirono una zona della città coperta da erbacce. In tutto questo Acquenna rimane irremovibile, non recede dalla decisione assunta. Il Comune di Nicosia in forza della delibera di comando del novembre 2013, che prorogava questo provvedimento fino al 31 dicembre 2014 e col parere positivo tecnico-finanziario garantiva l’erogazione del salario fino ad aprile del 2014.

A partire dal mese di maggio 2014, però anche il Comune di Nicosia decide, che anziché adoperarsi per fare rispettare da Acquaenna la delibera di comando da esso stesso emanata nel rispetto della legge, non eroga più i salari, quindi, di fatto, i cinque fontanieri rimangono senza stipendio e senza lavoro.

L’unica strada obbligata per i lavoratori rimane l’azione giudiziaria e tra i vari ricorsi, si arriva fino alle due vittoriose sentenze del 28 marzo 2017 e del 10 luglio 2019, con le quali i fontanieri prima tornano in servizio e successivamente ottengono tutte le mensilità dovute durante il periodo di forzata inattività.

 


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