La notizia dell’arrivo di 39 migranti in due strutture di accoglienza a Nicosia ha scatenato una crescente preoccupazione tra i residenti di contrada San Mattia, una delle due zone destinate a ospitare 24 migranti secondo la Prefettura di Enna. La questione ha sollevato un acceso dibattito nel consiglio comunale, che ha prontamente chiesto l’organizzazione di un’assemblea pubblica per discutere l’impatto di questa decisione. Un incontro aperto alla partecipazione di residenti, consiglieri comunali e rappresentanti della ditta di Piazza Armerina, vincitrice dell’appalto per la gestione delle strutture di accoglienza. Tuttavia, la vera voce di allarme proviene dai residenti stessi di San Mattia, che esprimono timori legati alla sicurezza personale e all’incolumità.
Il gruppo di residenti ha dettagliatamente illustrato le loro perplessità, sottolineando che la zona, finora caratterizzata da tranquillità, è ora in fase di espansione con numerosi imprenditori locali che vi trasferiscono le proprie attività. La principale preoccupazione è la sicurezza personale, e i residenti temono che l’arrivo di migranti possa turbare la quiete che finora hanno goduto.
Coloro che hanno investito nella costruzione delle proprie abitazioni si chiedono se la vita pacifica condotta fino ad oggi possa continuare senza essere minacciata dalla presenza di nuovi arrivati. Sottolineano che non vogliono essere strumentalizzati dalla politica locale, ma chiedono semplicemente di essere ascoltati e compresi.
Gli abitanti di contrada San Mattia hanno anche dei dubbi sull’impianto fognario della struttura, che a loro avviso non sarebbe in grado di sopportare l’arrivo di 24 nuove persone, con seri rischi per la salute e l’igiene di questi luoghi.
I residenti escludono l’intenzione di creare problemi all’amministrazione comunale o alle istituzioni locali, ma richiedono chiarezza su eventuali possibilità di bloccare il processo di accoglienza dei migranti. In caso contrario, chiedono garanzie che siano messe in atto misure atte a preservare la sicurezza e la serenità della comunità locale. La questione si configura ora come un delicato equilibrio tra l’accoglienza e la tutela delle esigenze dei residenti di contrada San Mattia.
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