Il sindaco di Nicosia motiva le sue dimissioni e fa il punto sulla crisi comunale – VIDEO

Luigi Bonelli Sindaco di Nicosia
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E’ passato qualche giorno dal consiglio comunale del 22 febbraio che ha sancito l’elezione del nuovo presidente del consiglio comunale, ma anche la crisi che ha convolto il governo cittadino con le dimissioni del primo cittadino Luigi Bonelli.

Il sindaco Bonelli ai nostri microfoni ha voluto chiarire alcuni aspetti della vicenda che riguarda la mancata elezione della consigliera Maria Di Costa alla presidenza e il voto contrario alle decisioni della maggioranza dell’ex assessore Antonio Pagliazzo e della consigliera Maria Letizia D’Amico, eletta presidente del consiglio comunale.

Il sindaco continua la sua attività fino alla scadenza dei venti giorni previsti dalla legge per il perfezionamento delle dimissioni che porteranno alla nomina di un commissario straordinario.

La scelta della consigliera Maria Di Costa è stata una scelta di tutta la maggioranza all’unanimità. Si tratta di una regola che si sono dati da sempre i componenti della maggioranza, ovvero eleggere alla presidenza il consigliere che nelle elezioni aveva preso più voti, in ordine la consigliera Di Costa e alla vice presidenza il consigliere Scinardi. La consigliera D’Amico era tra coloro che avevano ricevuto meno voti, al tempo fu la prima dei non eletti.

“Una dele parentesi più brutte ed umilianti della mia vita”, questo è quanto emerge dalle dichiarazioni della consigliera Maria Di Costa che mai aveva pensato o sospettato su questo epilogo.

Sullo sfondo anche la vicenda che riguarda il capo ufficio dello staff del sindaco e i consiglieri Pagliazzo e D’Amico. I due consiglieri lamentano la mancata tutela della loro posizione da parte del sindaco. Il primo cittadino risponde che a parte richiedere le dimissioni del capo ufficio, avvenute il 9 gennaio, non poteva fare altro e che si tratta di questioni personali, su cui non può entrare e non riguardano al sfera politica.

Infine, il sindaco respinge l’accusa di essere attaccato alla poltrona, parlano chiari i due risultati politici che lo hanno portato dal 2015 al governo della città. Le dimissioni saranno rese irrevocabili se si voterà a maggio 2023, se ciò non dovesse avvenire e si prospettasse l’ipotesi di un commissariamento per oltre un anno, che vanificherebbe gli sforzi fatti fino ad ora e metterebbe in ginocchio l’intera città, allora per il bene di tutti si valuterà il ritiro delle dimissioni.



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