Sperlinga, anche l’assessore Lucia Schillaci querela Gino Guglielmo di “Cittadinanza Attiva”

Lucia Schillaci
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Dopo il sindaco di Sperlinga, Giuseppe Cuccì, anche l’assessore Lucia Schillaci ha presentato al procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Enna tramite la stazione dei carabinieri di Sperlinga, una querela nei confronti di Gino Guglielmo di “Cittadinanza Attiva”.

L’azione politico-amministrativa della giunta – afferma l’assessore Lucia Schillaci – di cui faccio parte è stata sempre improntata alla massima trasparenza e partecipazione democratica mediante un continuo travaso delle aspettative dell’Amministrazione; della cittadinanza alle linee operative pur se la dialettica politica può caratterizzarsi, come nei fatti è stato, per scontri e critiche anche aspri. Esiste un limite oltre il quale il legittimo diritto di critica politica sconfina nella contumelia, finendo per assumere carattere di illiceità”.

Ciò è accaduto, secondo l’assessore Schillaci, con un post a firma di Gino Guglielmo, che sulla propria pagina del social media “Facebook”, il 19 giugno 2023, ha pubblicato uno scritto del seguente tenore letterale: “In questi giorni sto leggendo un libro di attualissima realtà: mafia 2.021 di Josè Trovato”. Segue, poi, quello che sembrerebbe un passo tratto dal libro citato “… nel cuore della Sicilia comandano da tempo sciacalli, caporali e maggiordomi della mafia di Totò Riina…“, l’autore del post aggiunge: “evidenti coincidenze, guarda caso, si ritrovano nel nostro paese. La politica del Sindaco Cucci, che dura a Sperlinga da più di 30 anni è un virus pan-demico che ritorna in varianti diverse. Negli anni affaristici della speculazione edili- zia, sottraendo terra agli agricoltori, contadini e pastori si scaricavano in tutto il territorio colate di cemento sparso a grandine devastante…”.”

L’intitolazione del post “Elogio al Sindaco Cucci”, insieme alla unita fotografia, nella quale, oltre al sindaco Giuseppe Cucci sono ritratti il dirigente dell’Ufficio tecnico comunale, Calogero Lentini e l’assessore Lucia Schillaci, dichiara la querelante “non lasciano spazio a dubbi circa l’intento diffamatorio perseguito dal Guglielmo. Infatti, con l’espresso riferimento alla mafia di Totò Riina ed il richiamo ad una presunta azione di sottrazione della terra agli agricoltori e di speculazione edilizia con elencazione di opere pubbliche incomplete (peraltro neanche riferibili all’amministrazione in carica), ha indiscutibilmente inteso ascrivere una condotta illecita, dedita al malaffare speculativo e improntata al metodo mafioso nell’accezione più propriamente delittuosa”.

Nella sua querela l’assessore Lucia Schillaci aggiunge: “non può certamente ritenersi contenuto nella mera critica politica l’addebito alla Giunta di cui la scrivente è membro di condotte assimilate a quelle del capo mafia Riina Salvatore, condannato per plurimi efferati delitti, anche contro la pubblica amministrazione, integrando oggettivamente un fatto oggettivamente diffamatorio, intenzionalmente volto a screditare la scrivente offendendone la reputazione con una ridondanza, data l’ampia diffusione del social media Facebook, che travalica i confini della comunità di Sperlinga, così mortificando l’onore della scrivente sia come Amministratore che come persona, rispetto ad una platea tendenzialmente sconfinata. L’attribuzione dell’epiteto di mafiosa e, in particolare, l’assimilazione ad un criminale quale è Riina Salvatore costituisce un fatto gravemente lesivo della mia onorabilità che getta un insopportabile discredito sulla mia persona nella esplicazione, oltre che politica, anche sociale e familiare. Le espressioni ed i riferimenti contenuti nel post citato, evidentemente, esulano da qualsivoglia riferibilità ad una critica di carattere meramente politico ne possono essere contestualizzati nella normale vis polemica che spesso caratterizza l’agone politico: essi denotano la netta, univoca e consapevole volontà di offendere la reputazione, l’onore e il prestigio dei componenti della Giunta Cuccì, dunque anche la sottoscritta, appellandoli espressamente come mafiosi”.

La querela, oltre che a Gino Guglielmo, autore del post del 19 giugno, è stata anche indirizzata anche all’Associazione Cittadinanza Attiva, il cui logo appare nel post, nella persona del legale rappresentante.



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